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Migranti: nel 2016 ne sono sbarcati in Italia 186.000. I dati nel rapporto Astalli della Cei

Monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei

ROMA – Nel 2016, sono sbarcati in Italia 181.000 migranti forzati con un aumento del 18% rispetto all’anno precedente. E’ quanto si legge nel Rapporto Astalli, presentato al Teatro Argentina di Roma da monsignor Nunzio Galantino segretario generale della Cei.

Le persone sbarcate sono al 95% uomini e per il 5% donne. I minori non accompagnati sono stati quasi 26.000. Il primo porto di sbarco è diventato Augusta (Siracusa) seguito da Pozzallo (Ragusa), Lampedusa (Agrigento) e Reggio Calabria. Le partenze per oltre l’80% sono avvenute dalla Libia e poi dall’Egitto.

Le nazionalità delle persone sbarcate vedono in cima la Nigeria seguita da Eritrea, Gambia, Costa d’Avorio, Somalia, Guinea, Senegal, Sudan, Mali, Egitto, mentre poco meno di 3.000 persone sono state rintracciate ai confini terrestri, provenienti soprattutto da Pakistan, Afganistan, Marocco, Algeria, Nigeria, Bangladesh, Iraq.

Complessivamente, sono 85 le nazionalità degli sbarcati nel 2016 in Italia.

Attualmente (dati riferibili a giugno 2016), sono accolti in Italia nelle diverse strutture, tra Hot Spot, Cara, Cda, Cas e Sprar circa 123.000 persone. Nella rete di primissima accoglienza (Cda, Cara, Hot Spot) sono presenti 14.500 persone; nelle strutture temporanee di accoglienza sul territorio nazionale (Cas) sono ospitate 135.000 persone; nelle strutture di seconda accoglienza dei richiedenti la protezione internazionale e dei rifugiati (Sprar) sono accolte circa 23.000 persone.

«In generale, l’accoglienza rimane ancora in una situazione di forte precarietà – denuncia monsignor Nunzio Galantino segretario generale della Cei – sia nei porti di arrivo che in molti dei centri di prima accoglienza realizzati, con una forte diversificazione delle modalità di accoglienza nelle diverse regioni».

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