Pubblico impiego: i Comuni tornano ad assumere, hanno perso 63.000 dipendenti in 8 anni
ROMA – I Comuni torneranno ad assumere. Il Cdm, come annunciato al termine della riunione dalla sottosegretaria alla presidenza del consiglio Maria Elena Boschi, ha sbloccato il turnover (oggi fermo per lo più al 25%) fino al 75% accogliendo così in pieno la richiesta avanzata nei mesi scorsi dall’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci). I sindaci, infatti, lamentano da tempo la situazione legata al personale: secondo le ultime elaborazioni di Ifel-Anci sui dati del ministero dell’Interno tra il 2007 e il 2014 il personale in servizio nei Comuni è diminuito di 63mila unità passando da 479.233 a 416.964 persone.
Non solo. Tra il 2010 e il 2015 la spesa per il personale dei Comuni si è ridotta di 2,2 miliardi di euro. La richiesta dei sindaci era quella di riaprire le assunzioni anche per dare finalmente spazio ai giovani e alle nuove professionalità. In base agli ultimi dati Ifel-Anci, relativi al 2014, il 60% dei dipendenti comunali a tempo indeterminato ha più di 50 anni e solo il 10% ha meno di 40 anni.
Secondo l’Associazione dei Comuni, inoltre, il blocco del ricambio generazionale ha fino ad ora determinato in molti casi una paralisi amministrativa: alcuni enti, ad esempio, non riuscivano a sostituire figure fondamentali come il responsabile finanziario, il capo dell’ufficio tecnico o il comandante della polizia municipale.