Cantone: Oggi i corruttori controllano i politici. E si spartiscono gli appalti
ROMA – Pesanti e pessimistiche dichiarazioni di Raffaele Cantone, il magistrato messo a capo dell’Autorità nazionale anticorruzione da Matteo Renzi proprio per limitare il fenomeno. Che però, a giudizio proprio di Cantone, non è mai stato così fiorente, anche se ha cambiato pelle rispetto al passato. Ma allora lui che ci sta a fare da quasi tre anni?. Sembrava che fosse l’uomo della provvidenza!
Dice Cantone in un’intervista al Corriere della Sera: «La repressione da sola non può bastare. Lo diciamo anche contro chi ha idee diverse e cioè una parte della magistratura. Fondamentale è la prevenzione, le indagini sono importanti ma scoprono una parte marginale dei fatti. Tangentopoli ha fatto emergere vicende che non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle attuali. Adesso la corruzione non è meno pericolosa, ma davvero vogliamo credere che la maxitangente Enimont sia uguale alle mazzette versate per gli appalti del Campidoglio o per il G8?».
Su quale sia la differenza, Cantone spiega: «È cambiato il rapporto con la politica: prima la politica era il fine dell’attività corruttiva, adesso è il mezzo e viene utilizzata da gruppi di potere a fine corruttivo. È una cosa gravissima, perché vuol dire che i corruttori sono in grado di tenere sotto controllo i politici e questo provoca danni enormi. Pensiamo a quanto è stato scoperto con l’inchiesta su Mafia Capitale: politici allevati sul modello dei polli in batteria per essere messi nei posti giusti a garantire gli interessi di pochi. E non è l’unico caso. L’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti – aggiunge – ha causato numerose distorsioni».
Visto il tipo di analisi, i ragionamenti sviluppati e le conclusioni raggiunte dal Presidente dubitiamo sulla reale utilità del nuovo organismo.