Migranti: ancora 8 morti nel canale di Sicilia, ma in 33 operazioni salvate 4.500 persone
LAMPEDUSA – Nuova tragedia nel Canale di Sicilia. Un gommone si è sgonfiato al largo della Libia, otto cadaveri (anche quello di un bimbo di 8 anni) sono stati recuperati nel corso di un intervento delle navi delle ong Moas e Watch the Med e – fanno sapere da Moas – altri corpi sono in mare. Da ieri sera Phoenix, la nave di Moas, è circondata da 8 gommoni in difficoltà carichi di persone: oltre 450 sono state recuperate a bordo. Sei cadaveri sono stati trasferiti sulla nave Sea Eye di Watch the Med. Le navi delle Ong che incrociano numerose nel Mediterraneo continuano a imbarcare, e talvolta a salvare, moltitudini di migranti che vengono poi scaricati sule nostre coste e che siamo costretti ad accogliere. Ecco qualche intervento delle Ong più attive.
MOAS – «Immagina di portare il corpo senza vita di un bambino di 8 anni nella tua casa a Pasqua. Non dimenticherò mai questo giorno». Così scrive su twitter Chris Catrambone, fondatore del Moas insieme alla moglie Regina, a proposito degli interventi di soccorso di oggi. Un fotografo della Reuters imbarcato sulla Phoenix parla di venti morti, ma il numero è ancora da accertare mentre le operazioni proseguono. In una maratona di 24 ore dove si sono susseguite continue operazioni di soccorso, tuttora in pieno svolgimento – spiega l’organizzazione – l’equipaggio Moas ha assistito 9 imbarcazioni, fra cui 7 gommoni e 2 barche di legno. Donne, bambini e persone che necessitavano urgenti cure mediche hanno avuto la precedenza nel trasferimento delle 453 persone a bordo della Phoenix. Una volta raggiunta la capacità massima di accoglienza a bordo, nelle ore seguenti si è provveduto a stabilizzare la situazione, distribuendo i giubbotti salvagente alle restanti oltre 1000 persone ancora ammassate su imbarcazioni precarie.
LAMPEDUSA – Sono 851, complessivamente, i migranti sbarcati fra stanotte e stamattina a Lampedusa. A soccorrere 4 barconi in difficoltà è stata la nave Chimera della Marina militare italiana. Ieri sera, sull’isola, sono arrivati in 448: erano tutti su un barcone. Fra stanotte e stamattina si sono registrati, invece, tre sbarchi: prima 151 migranti, poi 121 ed infine 125. All’hotspot di contrada Imbriacola, al momento, ci sono 1.043 persone. I migranti stanno tutti bene. Per la giornata di oggi non sono previsti trasferimenti.
MSF – 649 migranti sono giunti stamani a Reggio Calabria a bordo della nave Vos Prudence di Medici Senza Frontiere, un’altra delle imbarcazioni che solca il mare senza sosta in cerca di migranti da salvare. In massima parte sono subsahariani, ma anche di origine asiatica, dal Pakistan e dal Bangladesh. Quasi in contemporanea, sul litorale di Melito Porto Salvo, sono sbarcati 89 profughi, molti dei quali di origine siriana. Sul posto sono intervenuti i carabinieri mentre da Reggio la Prefettura, che aveva allestito il punto di fotosegnalamento e identificazione sulla banchina del porto, ha inviato due pullman per prelevare anche il secondo gruppo di migranti. Ad accogliere i profughi anche il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà, il procuratore generale Luciano Gerardis, l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova mons. Giuseppe Fiorini Morosini e l’assessore comunale alle Politiche sociali ed all’accoglienza Giuseppe Marino.
“Sono migranti che abbiamo salvato due giorni fa, a Nord delle coste della Libia. Molti di loro presentavano segni di tortura e delle sofferenze subite in Libia o durante il tragitto. Per la prima volta cominciamo a vedere anche i segni delle guerre: feriti da arma da fuoco e segni di maltrattamenti e torture”. Lo ha raccontato Michele Trainiti, responsabile del soccorso e della ricerca in mare di Medici senza frontiere, dopo l’arrivo a Reggio Calabria della nave Vos Prudence con 649 migranti a bordo. “Le attività di salvataggio – ha detto ancora Trainiti – sono state questa volta molto difficili perché si è operato in più salvataggi. Con un’altra nave abbiamo sbarcato ieri a Pozzallo 550 persone. In un solo giorno, con i nostri 649, superiamo le mille unità ed altrettanto ha fatto la Guardia costiera. Una cosa è certa: gli sbarchi continuano. La gente continua a fuggire dalla guerra e dalla fame. Sono molti subsahariani. Abbiamo molti nigeriani, ma vediamo anche un flusso crescente dall’Asia, che per noi è anche l’indicatore del fatto che essendo chiusa la frontiera turca, comunque si cerca sempre una via alternativa per cercare una vita migliore”.
Il mare piatto sta favorendo massicce partenze di migranti dalle coste libiche. Ieri il Comando delle Capitanerie di porto ha coordinato 33 operazioni di soccorso nei confronti di imbarcazioni in difficoltà nel Canale di Sicilia: circa 4.500 le persone salvate.