Vitalizi: solo 10 regioni li hanno limitati. In Sicilia record di reversibilità
I vitalizi sono duri a morire, non soltanto quelli dei parlamentari, ma anche e soprattutto quelli dei consiglieri regionali, tanto che oltre una metà delle assemblee locali non ha applicato le riduzioni sui trattamenti degli ex consiglieri varate nel 2014. Con esempi scandalosi, come quelli della Sicilia che detiene il record delle reversibilità o della Sardegna con casi di baby pensionati a 40 anni. Sta di fatto che i tagli sono avvenuti solo in 10 regioni.
Per le Regioni inoltre il taglio dei vitalizi è stato applicato in genere con efficacia non retroattiva, per cui ex consiglieri (e loro parenti) dopo aver resistito alla soppressione dei vitalizi hanno scansato anche la temporanea decurtazione delle pensioni.
E pensare che le intenzioni erano parse positive. Quando il 22 marzo scorso il consiglio di presidenza della Camera ha introdotto un contributo di solidarietà, temporaneo, a carico degli ex deputati, il presidente della conferenza delle assemblee regionali, il friulano Franco Iacop, ha subito applaudito alla decisione di Montecitorio rammentando «con soddisfazione» che i rappresentanti locali avevano approvato già il 10 ottobre del 2014 un ordine del giorno che prevedeva di adottare la stessa misura nelle Regioni.
Un annuncio tale e quale a quelli di Renzi. A due anni e mezzo da quell’atto di indirizzo votato all’unanimità in conferenza, solo la metà delle Regioni ha seguito le indicazioni.
Si sono messe in regola soltanto Lombardia, Friuli, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Trentino, Val d’Aosta, Veneto e Puglia. Le altre regioni? Sono rimaste fuori da questo percorso virtuoso, in alcuni casi semplicemente non approvando una legge, in altri limitandosi a pannicelli caldi di natura diversa.
REVERSIBILITÀ – Nella Regione Sicilia sono 130 le pensioni pagate a vedove e figli di onorevoli defunti. E le cifre, in alcuni casi, si avvicinano ai diecimila euro al mese.
I VITALIZI In Sardegna l’unico taglio adottato è stato il blocco dell’adeguamento dei vitalizi all’Istat. Nessun altro taglio sulle pensioni dirette, che risultano essere 236 nel 2015. Un numero che è così alto anche perché, fino a qualche anno fa, il consiglio regionale di Cagliari dava la possibilità anche a chi non aveva raggiunto i 60 anni di ottenere il vitalizio. Nell’elenco dei vitalizi sardi, a lungo tenuto segreto, figurano oggi i nomi di 11 ex consiglieri di recente condannati per le spese allegre fatte coi soldi dei gruppi.
I SETTIMINI – La Calabria paga quasi 9,5 milioni di euro fra vitalizi diretti e indiretti, tre milioni in più della Lombardia che ha un reddito procapite due volte superiore. In Calabria 146 ex consiglieri sono titolari di una pensione e dodici sfondano il tetto dei settemila euro al mese. Settimini, li hanno chiamati con ironia sui social.
I vitalizi dunque sono stati aboliti, ma i provvedimenti non hanno colpito gli assegni riconosciuti in passato. Che continuano, dunque, a essere erogati. E in buona parte senza alcuna penalizzazione. La metà delle Regioni non solo non ha applicato il contributo di solidarietà ma non ha neppure adottato un’altra misura prevista nelle direttive fornite dalla conferenza delle assemblee nel 2014: una decurtazione per chi cumula più pensioni (ad esempio quella di parlamentare nazionale o europeo e di consigliere). In Abruzzo, per fare un esempio, la legge che aboliva i doppi vitalizi, qualche mese fa, è giunta in aula e subito rispedita in commissione. «Per doverosi approfondimenti».
Il fatto è che dove sono state applicate riduzioni si contano a centinaia i ricorsi pendenti. Almeno 300 consiglieri vittime dei tagli attendono da un paio d’anni l’esito di azioni giudiziarie fatte in nome dell’intangibilità dei «diritti acquisiti».
La battaglia dunque continua e i cittadini debbono sapere che per i 3.500 vitalizi regionali, diretti o pagati agli eredi, se ne vanno ogni anno 150 milioni di euro, la gran parte dei quali spesi in regioni del Sud: Sicilia, Sardegna, Puglia, Campania, Lazio stanno in un range fra i 10 e i 18 milioni annui ciascuna. Il costo medio di un vitalizio regionale è di 45.245 euro annui, tre volte quello di una pensione.