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Pensioni: ritardano l’Ape volontaria e l’Ape sociale. Il parere del Consiglio di Stato

Sede Inps

ROMA – I ritardi nelle procedure amministrative e burocratiche previste per l’approvazione e il controllo della nostra legislazione fanno slittare l’effettività un importante provvedimento in tema di pensioni. Slitta l’avvio dell‘Ape (Anticipo pensionistico): le domande per l’uscita anticipata verso la pensione prevista dalla legge di bilancio per il primo maggio potranno partire al più presto dalla fine di questa settimana (quindi intorno al 5 maggio). Il decreto, infatti, è appena rientrato alla presidenza del Consiglio dal Consiglio di Stato e va quindi corretto tenendo conto delle valutazioni fatte dai giudici amministrativi. Poi deve essere registrato alla Corte dei Conti e essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Solo allora sarà possibile fare le domande per l’uscita anticipata. Sarà necessaria anche la circolare applicativa da parte dell’Inps.

Per l’Ape volontaria invece i tempi appaiono più lunghi e si potrebbero sforare i 15 giorni di slittamento rispetto al primo maggio inizialmente previsti. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, il parere trasmesso venerdì dalla commissione speciale del Consiglio di Stato istituita per garantire un vaglio rapido su questo regolamento suggerisce un ripensamento della platea dei beneficiari e delle tempistiche per il riconoscimento delle domande da parte dell’Inps.

In particolare, scrive il quotidiano economico-finanziario, secondo il Consiglio di Stato mancherebbe una copertura legislativa sulla scelta di estendere l’Ape sociale anche agli operai agricoli e a coloro che non hanno i requisiti Naspi e siano disoccupati perlomeno da tre mesi. Per questa estensione della platea occorrerebbe cambiare la norma. Secondo i magistrati amministrativi andrebbe inoltre ripensata la data del 30 giugno come scadenza per la presentazione della domanda: il suggerimento, scrive il Sole 24 Ore, è di posticiparla almeno al 31 luglio.

Vedremo le decisioni del governo, ma intanto chi vorrebbe fruire di queste norme attende le decisioni di governo e Inps, anche se sembra che le regole introdotte e i soprattutto le quote di versamenti previsti a carico del lavoratore non siano tali da suscitare grandi entusiasmi e conseguentemente valanghe di richieste.

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