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De Bortoli accusa la Boschi in un libro: «Voleva far comprare Banca Etruria da Unicredit». Lei: «Solo fango»

Renzi Boschi 1
Maria Elena Boschi con Matteo Renzi

ROMA – E’ di nuovo nell’occhio del ciclone, Maria Elena Boschi. Stavolta per la rivelazione contenuta nel libro scritto da Ferruccio De Bortoli, ex direttore cdel Corriere della Sera (Titolo: Poteri forti. O quasi), dove si afferma che l’attuale sottosegretario alla Presidenza del consiglio, e allora ministro delle Riforme, nel 2015, chiese all’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria, di cui suo babbo Pierluigi era vicepresidente. Accusa pesante, che la Boschi respinge al mittente: «Mai fatto una richiesta del genere, è un’ennesima campagna di fango». La sottosegretaria dà mandato ai legali. Ma Beppe Grillo crede alla versione del giornalista e chiede le dimissioni della fedelissima di Renzi alzando uno scontro politico con il Pd.

L’ACCUSA – De Bortoli dedica un capitolo delle sue memorie giornalistiche a «Matteo Renzi, ovvero la bulimia del potere personale», ammettendo, anche per colpa sua, rapporti personali difficili e sostenendo che «l’attacco al Corriere faceva parte di una sorta di strategia contro i cosiddetti poteri forti». Poi, a pagina 209, accusa la ministro di pressioni sui vertici di Unicredit: «Non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit – scrive
De Bortoliper chiedere di valutare la possibile acquisizione della banca, dove aveva lavorato il padre, ma la richiesta non andò in porto perchè Ghizzoni, dopo valutazioni patrimoniali, decise di lasciar perdere». Ma fonti vicine alla banca
chiariscono che Unicredit non ha subito pressioni politiche per l’esame di dossier bancari compreso quello di Banca Etruria. Boschi nega ogni denuncia e si rivolge agli avvocati, a tutela del suo nome e del suo onore: «Ho incontrato Ghizzoni come tante altre personalità del mondo economico e del lavoro, ma non ho mai avanzato una richiesta di questo genere». Indignata e stupita per questa ennesima campagna di fango, la ministra renziana sfida chiunque a dimostrare il contrario.

VITTIMA – Come prevedibile, il caso dà fuoco alle polveri dello scontro politico. Ma tra i renziani, se l’attacco politico viene messo in conto, l’accusa dell’ex direttore del Corriere fa montare i sospetti. E parlano di Renzi come di una vittima sacrificale: «Ci stanno provando in tutti i modi a far fuori Matteo». La tesi gira tra i fedelissimi, convinti che i poteri forti vogliano evitare in ogni modo il ritorno dell’ex premier a Palazzo Chigi. L’accusa, invece, fa presa sui 5 stelle. Di Maio, prima, e Beppe Grillo dopo chiedono le dimissioni della sottosegretaria e il leader M5S annuncia che si valuteranno «anche possibili azioni sul fronte giudiziario». Ma Boschi, come i vertici del Pd, va all’attacco della strumentalizzazione dei grillini, fatta solo per nascondere le proprie difficoltà sui rifiuti a Roma o per l’audio a Palermo. E in serata il tesoriere dem, Francesco Bonifazi, annuncia un esposto contro Grillo.

SALVA BANCHE – Letizia Giorgianni, dell’associazione Vittime del Salva banche, commenta: «Non ci stupiamo affatto delle dichiarazioni di De Bartoli, riguardo il fatto che l’allora ministro alle Riforme Maria Elena Boschi, nel 2015, (quando il suo babbo era Vice-presidente di Banca Etruria), non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit per una possibile acquisizione della Banca aretina. Le dichiarazioni di De Bortoli appaiono verosimili vista la
successiva azione del Governo, che pur di salvare l’istituto e i suoi manager, decise addirittura di anticipare un regolamento europeo pericoloso e prematuro come il Bail in, che ancora non era neppure in vigore».

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