
Fiorentina da psicologo: rimonta e batte anche la Lazio (3-2). Sousa sbaglia squadra ma indovina i cambi. Pagelle (Foto)
FIRENZE – Ci vorrebbe lo psicologo! La Fiorentina gioca un primo tempo da schiaffi. Nella ripresa va sotto per l’ennesimo strafalcione difensivo (Astori fuori tempo e Keita segna). Poi reagisce, anche e segna tre gol in nove minuti. Anche per il contemporaneo ingresso in campo di Kalinic, Tello e Sanchez. Ma perché Sousa non li ha fatti giocare subito? Resistono, i viola, al contrattacco della Lazio che riduce le distanze con Murgia ma non riesce a fare altro, nonostante l’inserimento, anche in questo caso tardico, di Immobile e Anderson, che Inzaghi voleva probabilmente tenere fermi in vista della finale di Coppa Italia con la Juve, mercoledì a Roma. Ma quello che lascia perplessi, (o fa infuriare, scegliete voi…) è l’atteggiamento di una Fiorentina che è ruscita a battere, in casa tutte le prime della classe (Juve, Roma, Lazio), tranne il Napoli, che si salvò con un clamoroso 3-3, a 30 secondi dalla fine, per l’ingenuità di Salcedo che commise un inutile fallo da rigore. Fiorentina ingurdabile con l’Empoli in casa, a Palermo e anche a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Fiorentina però capace di ribaltare il risultato e mettere sotto una Lazio che, forse, gioca il miglior calcio del campionato. Roba da psicologo, appunto. Così come si dovrebbe chiedere conto anche agli arbitri dei loro errori: Celi di Bari non ha diretto male, ma ha ammonito Astori e Borja Valero, già diffidati, i quali salteranno la partita di Napoli. Ma andiamo avanti: non torna l’atteggiamento, di questa Fiorentina così sbalestrata. Ovvio che i tifosi, soprattutto quelli della curva Fiesole, abbiamo passato tutto il tempo a contestare tutti: i Della Valle, Paulo Sousa (rimasto incollato in panchina, forse per protestare contro la contestazione) e gli stessi giocatori. Fiorentina tuttavia da applaudire per la reazione. E’ vero che c’è voluto un primo tempo indecente e un gol incassato che grida vendetta per cedere la reazione. Ma è altrettanto vero che i viola sono riusciti a rinvoltare una buonissima Lazio, incredula di aver preso tre gol in nove minuti. Una Lazio rimasta addirittura in dieci per un infortunio: Parolo dolorante in panchina. Cambi esauriti. Che cosa aggiungere? Firenze merita di più. Soprattutto qualcosa di diverso da un allenatore che, nelle scelte e nei cambi, sembra divertirsi a fare i dispetti. Anche a se stesso.


RIGANO’ – Applausi e lacrime prima dell’inizio. Ovazione per Cristian Riganò e tutti quei ragazzi, volenterosi e semisconosciuti, che nel 2003 tennero alto, anche in C2, l’onore della Fiorentina. Poi lo striscione per Marco Ficini, il tifoso viola morto a Lisbona, nella notte del derby Benfica-Sporting. E allo Sporting è stato proprio al gemellaggio con lo Sporting, fondato a Lisbona nel 1906, ossia vent’anni prima della Fiorentina. Poi l’occhiata alle formazioni. Fuori il buon Carlos Sanchez, per mesi costretto a fare il terzino. Sousa, consapevoli dei guizzi offensivi della Lazio, manda in campo un centrale di ruolo, anche se fin qui non troppo convincente: De Maio. Dentro anche Cristoforo. In panchina anche Kalinic, sconsolato dopo il rigore sbagliato contro il Sassuolo. Lazio con il turn over: mercoledì ha la finale di Coppa Italia con la Juve tritatutto. Primo tiro in porta della Lazio (2’) con Luis Alberto che costringe Tata alla deviazione sopra la traversa. Nel palleggio i laziali sono eccellenti. Elegantissimo Keita. La Fiorentina prova a contrastare e a ripartire. Fa paura Babacar (7’): di testa manda il pallone poco sopra l’incrocio dei pali su cross da sinistra di Olivera.

DELLA VALLE – Angoli a ripetizione per i biancazzurri che salgono ogni volta con apparente facilità. Bernardeschi (10’) lascia partira la prima sciabolata in porta che costringe Stakosha a intervenire in tuffo a sinistra. Non blocca e deve intervenire di nuovo a terra. Simone Inzaghi si sbraccia nel suo rettangolo per indicare la posizione giusta a Parolo e Lukaku. Paulo Sousa, invece, resta incollato alla panchina: influenza anche oggi? Dalla curva Fiesole si alza il coro: Della Valle vattene, hoeo, Della Valle vattene hoeo. E ancora Salutate la minoranza. Con riferimento alle parole di Andrea, pronunciate domenica a Reggio Emilia, sulla minoranza contestatrice. E ce n’è anche per Corrado, patron del Pisa, che aveva sparato su Firenze a inizio stagione. Pisa in C1. La curva Fiesole lo saluta. In campo non succede molto. Sussulto al 18’: palla in area di Borja, ma Babacar la svirgola dopo aver provato un’improbabile rovesciata. Poi tocca a Tatarusanu (28’) librarsi in aria per deviare una bella conclusione di Luis Alberto. Ammonito Astori: era diffidato, salterà Napoli. La Fiorentina punge poco. Bernardeschi perde palloni imbarazzanti. Che cosa aspetta Sousa mandare in campo Kalinic? Chiesa ci prova (31’) ma il suo tiro va oltre la traversa, anche se di poco. Morale? Una noia… E la Lazio? Giochicchia ma non forza, dà l’impressione di aspettare l’occasione propizia. Che, fortunatamente, nel primo tempo non arriva. Suscita ilarità lo speaker: che im provvidamente augura buon ritorno a casa ai laziali. Ma non è l’annuncio di fine partita? Anche lo speaker, forse, si era addormentato: perdendo la cognizione del tempo…

BABACAR – In avvio di ripresa la Lazio spinge. Lukaku si strappa. Vaga per il campo reggendosi il pantaloncino finchè crolla a sedere. Inzaghi finalmente se ne accorge e lo sostituisce con Lombardi. Si vivacchia fino al 9’: quando la Lazio passa in vantaggio: buca la difesa della Fiorentina, Astori pasticcia, Luis Alberto serve Keita, che scappa e batte Tatarusanu, incertissimo nell’uscita. Pochi istanti dopo Stakosha nega il gol a Babacar con una paratona. Ma quando finisce questo strazio? La curva Fiesole grida di tutto: contro i Della Valle, contro Sousa, contro i giocatori. La reazione di Sousa? Tre cambi in contemporanea: Tello per Chiesa, Cristoforo per Kalinic, Sanchez per Maxi Olivera. Viene fuori un modulo un po’ stravagante: 3-4-1-2. Fatto sta che arriva il pareggio. Cross di Vecino per Babacar che, di testa, la mette dentro.

KALINIC – La Lazio appare un po’ spaesata. Vecino (22’) lascia partire una legnata che Stakosha devia. Simone Inzaghi non ci sta, vuole vincere la partita. Toglie Keita e Djordjevic e schiera i pezzo forti: Immobile e Felipe Anderson. Dovevano riposare in vista della Juve. Ma non bastano. Fiammata della Fiorentina: Borja a sinistra per Tello che calcia da sinistra, respinge Stakosha, Kalinic riprende e la mette dentro. Partita ribaltata. Fiorentina da schiaffi, metaforici, ovvio, ma sarebbero sacrosanti. Del tipo: accidenti a quelli che vanno di fuori. Roba da non credere: Kalinic colpisce il palo e sulla respinta Lombardi batte il proprio portiere. Tre a uno! Mi stropiccio gli occhi. Possibile giocare da strazio per oltre un’ora eppoi travolgere l’avversario, che si chiama Lazio, come se tu fossi il Real Madrid? Boh! In ogni caso la Lazio reagisce e riduce le distanze. Lancio magistrale di Luis Alberto da tre quarti per Murgia che, di testa, batte Tatarusanu colpevolmente fuori porta. La Lazio resta in dieci: Parolo va a sedersi in panchina con la borsa del ghiaccio. Non ci sono più sostituzioni. Anche Babacar resta a terra alcuni istanti: ma si rialza e torna al suo posto. Però è dolorante: non corre, cammina. Rischia, la Fiorentina. Ma ha anche un paio d’occasioni da rete sprecate. Cinque i minuti di recupero. Ammonito anche Borja Valero: salterà Napoli. Come Astori. Ultimi istanti frenetici. La Fiorentina cerca di nascondere il pallone. E vince la partita. Con quella faccia da schiaffi!
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