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Pensioni: l’Ape social sarà retroattiva, pronto il decreto del governo, dopo le osservazioni del Consiglio di Stato

ROMA – Dopo le indicazioni fornite dal Consiglio di Stato, recepite dal Governo, sembra in arrivo il decreto APe Social, che su richiesta del Consiglio di Stato consentirà di presentare domanda almeno fino al 31 luglio 2017, con la retroattività dal primo maggio per chi ha già il requisito: lo ha confermato il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, nel corso di un question time alla Camera. Dovrebbe essere questione di giorni.

APe social
Il Governo, secondo quanto riferito, ha effettuato una serie di correzioni sulla base del parere del CdS, prima di inviarlo alla Corte dei Conti per la registrazione. Il decreto sull’APe Social, insieme al provvedimento attuativo sulla pensione anticipata con la quota 41, è stato infatti oggetto di rilievi e richieste di modifica, tanto da farne slittare l’entrata in vigore prevista dalla Legge di Stabilità il primo maggio.

Lo schema iniziale di decreto prevedeva la possibilità di presentare le domande per l’accesso all’APe social nel 2017 fino al 30 giugno: questa scadenza sarà prorogata, in considerazione dello slittamento dei tempi. Almeno al 31 luglio. Per quanto riguarda invece l’apertura della finestra, è tutto da vedere. Anche dopo la pubblicazione dei decreti in Gazzetta Ufficiale, infatti, saranno necessari nuovi provvedimenti applicativi per la partenza della riforma, ma i tempi di attivazione «saranno contenuti al minimo», ha assicurato Poletti.

Decorrenza
Così come è stata corretta l’impostazione che prevedeva il diritto a percepire il trattamento dal mese successivo a quello della richiesta: la norma primaria, ha sottolineato il Consiglio di Stato, prevede il diritto all’APe dal primo maggio, e di conseguenza chi ha i requisiti necessari a partire da questa data vedrà riconosciuto il diritto con carattere retroattivo rispetto alla domanda.

APe Volontaria
L’Esecutivo sta lavorando anche al decreto sull’APe volontaria, che «è già stato predisposto e sarà inviato al Consiglio di Stato». Poletti conferma che si tratterà di un anticipo pensionistico a tutti gli effetti, accessibile a 63 anni di età con almeno 20 anni di contributi (bisogna anche avere maturato un assegno pari ad almeno 702 euro lordi e non devono mancare più di tre anni e sette mesi alla pensione): quando si raggiunge l’età pensionabile, si restituisce quanto percepito a titolo di anticipo con rate ventennali sull’assegno previdenziale. Il trattamento è erogato dall’INPS, ma è finanziato dal sistema bancario.

L’APe Social, invece, è interamente a carico dello Stato (per cui non sarà poi necessario restituire nulla quando si raggiunge la pensione vera e propria), ma è accessibile solo a determinate categorie di lavoratori: disoccupati, caregiver che assistono coniuge o parenti di primo grado conviventi con handicap grave da almeno sei mesi, lavoratori con disabilità almeno al 74%, addetti a mansioni usuranti. Il requisito anagrafico è sempre di 63 anni, quello contributivo è di 30 anni per le prime tre categorie, mentre sale a 36 anni per gli addetti alle mansioni gravose.

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