La sfiducia nella politica. A San Luca (Rc) vogliono ancora il commissario e non il sindaco. Ma non è un caso isolato
Chi abita in toscana è abituato ad avere amministrazioni che difficilmente decadono e sono soggette a commissariamenti, visto che il partito egemone, il Pd, garantisce comunque un’amministrazione duratura e salda. Ma vi sono altre zone del Paese, soprattutto nel sud d’Italia, che invece vedono susseguirsi commissariamenti a causa dello scioglimento di consigli comunali per infiltrazioni della malavita organizzata.
Un caso particolare è quello del comune di San Luca, il paese dell’Aspromonte famoso feudo della ‘ndrangheta e da tempo retto da un commissario prefettizio.
La novità di questi giorni è però interessante: dovendosi procedere a nuove elezioni comunali nessuno ha presentato liste di candidati, nessun partito, nessuna coalizione, nessuna lista civica. Si ripete così lo scenario del 2016, mentre nel 2015 si presentò una lista ma non si raggiunse il quorum, appena 1.485 votanti su 3.446 aventi diritto. Due non voti, uno dopo l’altro, che arrivavano dopo due anni di commissariamento per infiltrazione mafiosa e che hanno reso evidente tutta la sfiducia dei cittadini nelle loro istituzioni.
La storia si è ripetuta per la terza volta e questo potrebbe considerarsi un fatto sicuramente negativo, se non fosse accompagnato dalla clamorosa novità che avevo preannunciato. I cittadini stanno raccogliendo le firme sotto una lettera-appello al ministro dell’interno, Marco Minniti per chiedere che resti il commissario che in questi due anni ha amministrato San Luca, un funzionario della prefettura di Reggio Calabria. Chiedono al ministro di lasciare al timone dell’ente locale colui che ha riportato la legalità, un funzionario che serve ancora, perché vogliono essere governati da un uomo dello stato e non da un politico.
Dicono: «Non meritiamo di ripartire da zero, ma di essere accompagnati da un uomo di Stato su cui tutti abbiamo riposto fiducia, ripagata con la migliore delle ricompense, trasparenza, efficacia e efficienza». I cittadini ricordano al ministro anche «strade pulite da far invidia a tutti i paesi limitrofi e non solo, restituendo un’immagine dignitosa di questo paesino dell’entroterra aspromontano, che nell’immagine collettiva ê ricordato solo come il paese dei sequestri».
La storia di San Luca, purtroppo, lo insegna. L’ultimo sindaco, Sebastiano Giorgi, venne arrestato per appalti finiti nelle mani dei clan. Certo, aggiungono, «il popolo avrebbe necessità di ripristinare i principi democratici, ma se ad oggi nessuno ha presentato la propria candidatura, vuol dire che ha scelto di attendere il momento giusto, che nessuno si sente veramente pronto a intraprendere questo difficile cammino».
E’ un episodio che deve far riflettere, far capire ai politici quali sono le richieste e le esigenze vere dei cittadini, colte soprattutto da amministratori attenti alla realtà e non provenienti dalle file di partiti o movimenti sempre più numerosi e rissosi. Questi spesso si propongono obiettivi e propositi (vero Renzi?) che sono importanti soltanto per loro e non per la popolazione, come referendum, legge elettorale, tutte questioni sulle quali si trastullano e si baloccano solo loro, tralasciando i veri problemi della gente.
Ricorderete, fra l’altro, l’ottima gestione del Comune di Bologna dell’allora Commissario, prefetto Anna Maria Cancellieri – poi divenuta ministra con risultati, per la verità, non altrettanto positivi – alla quale fu chiesto addirittura di presentarsi alle elezioni comunali, tanto era stato apprezzato il suo operato. Segno che la professionalità e l’imparzialità nella gestione amministrativa pagano. Molti politici invece ritengono che paghi di più il clientelismo e il favoritismo, e purtroppo spesso hanno ragione loro.
Ma in questo caso specifico il popolo ha deciso, niente politicanti, ma teniamo il commissario (prefettizio). Al ministro, calabrese come i firmatari della petizione, la risposta, ma pensiamo che sarà positiva.