Auto: Fca e l’Italia nel mirino di Bruxelles, aperta procedura d’infrazione
BRUXELLES – Dopo la Germania e altri sei Paesi, anche l’Italia con Fca di Marchionne è finita nel mirino di Bruxelles sulla scia del Dieselgate. La Commissione Ue ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto da parte di Fiat Chrysler Automobiles delle norme europee sull’omologazione delle auto. Il sospetto è che la Fiat 500X diesel aggiri le soglie consentite di emissioni nocive Nox, grazie a un software applicato al motore che le truccherebbe. Anche se la Commissione Ue aveva già lanciato un avvertimento, la decisione è arrivata senza preavviso a Roma, suscitando l’ira del ministro dei trasporti Graziano Delrio secondo cui si doveva evitare chiedendo chiarimenti ulteriori. Ma evidentemente la Commissione non si fida dell’Italia. La tegola abbattutasi su Fca ha quindi provocato un crollo del titolo, che ha chiuso a -4,59%. Intanto resta sotto i riflettori anche Volkswagen, con la Procura di Stoccarda che ha confermato l’indagine sui vertici del gruppo per sospetta manipolazione del mercato in relazione al Dieselgate.
La lettera di messa in mora inviata all”Italia, prima tappa di una procedura d’infrazione, è di fatto una richiesta di chiarimenti ulteriori, che vanno forniti a Bruxelles entro due mesi pena l’aggravarsi dell”infrazione. Tre sono le informazioni che la Commissione vuole ottenere. Primo, se sia giustificato da un punto di vista tecnico – altrimenti sarebbe illegale – il sistema di protezione del motore usato sulla Fiat 500X legato al computo delle emissioni. Secondo, se l’Italia, in quanto Paese omologatore del modello, non sia venuta meno al suo obbligo di adottare le misure correttive necessarie per questo tipo di veicoli in circolazione. E, terzo, se l’Italia non sia venuta meno anche all’obbligo di imporre sanzioni a Fca.