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Vaccini: sono 12 quelli obbligatori, ma continua la polemica contro la decisione del governo

Il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin
Il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin

ROMA – Continuano, anche all’interno del Governo, le polemiche in merito alla legge che rende obbligatoria la vaccinazione. Sono 12 le vaccinazioni che da settembre saranno obbligatorie per l’iscrizione a scuola nella fascia 0-6 anni, ovvero per gli asili nido e le scuole materne. Si tratta delle 4 vaccinazioni ritenute fino ad oggi obbligatorie, alle quali se ne aggiungono altre già previste nel nuovo Piano nazionale vaccini 2017-19, che ne contempla la gratuità.

Le 4 vaccinazioni già oggi obbligatorie sono: antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B. A queste vaccinazioni si aggiungono: l’anti-pertosse, l’anti- meningococco B e C, l’anti-morbillo, l’anti-rosolia, l’anti-parotite, l’anti-varicella e il vaccino contro l’Aemophilus influenzae.

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto legge che reintroduce l’obbligatorietà delle vaccinazioni, ha comunque precisato che non si tratta di 12 vaccinazioni da fare singolarmente, poichè alcune vengono effettuate in gruppo.

Quanto alla copertura economica per l’estensione dell’obbligo vaccinale fino a raggiungere la copertura ottimale del 95%, gli stanziamenti sono già previsti dal nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-19. Sono stanziati 413 milioni di euro per il triennio 2017-19. E’ infatti questa la stima dei maggiori oneri derivanti dall”inserimento nel Piano delle nuove vaccinazioni previste per le varie fasce di età. Lo stanziamento di tali fondi è previsto nella Legge di bilancio 2017. Il finanziamento, si legge nel Piano, è pari a 100 milioni di euro nel 2017, a 127 milioni di euro nel 2018 e a 186 milioni di euro a decorrere dal 2019, stanziati dalla legge 11 dicembre 2016, n. 232, nell’ambito del finanziamento del Servizio sanitario nazionale, ove è prevista una specifica finalizzazione, a titolo di concorso al rimborso alle regioni per l’acquisto dei suddetti vaccini.

D’accordo con i produttori, si sottolinea però nel Piano, «potrebbero essere individuati meccanismi negoziali che permettano, ad esempio, di diminuire il costo unitario del vaccino in proporzione al raggiungimento di tassi di copertura progressivamente più elevati. In tal modo, si raggiungerebbe il risultato di incentivare l’obiettivo di copertura anche con una diminuzione del costo di approvvigionamento del vaccino».

Restano comunque le polemiche alimentate anche dalle famiglie che ritengono di avere il diritto di scelta su quali vaccini da iniettare ai propri figli. Senza dubbio ci sarà un vantaggio per la salute, come afferma il ministro Lorenzin, ma intanto godono le case farmaceutiche produttrici che vedono all’orizzonte un business milionario.


Ezzelino da Montepulico


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