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Terrorismo: il livello di minaccia non cambia, ma Minniti chiede a prefetti e questori di vigilare

ROMA – Il livello della minaccia per l’Italia non cambia, dopo l”attacco terroristico che ieri sera ha colpito Londra, ma il ministro dell’Interno, Marco Minniti, che a poche ore dall’attentato ha convocato una riunione straordinaria del Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo, ha chiesto di mantenere elevato il livello di attenzione e di vigilanza, attraverso misure di sicurezza a protezione degli obiettivi e luoghi ritenuti più a rischio.

La riunione, a cui ha preso parte anche il rappresentante della sicurezza del Regno Unito a Roma, è iniziata con le parole di cordoglio che Minniti ha rivolto per le vittime di Londra e con la ferma condanna per l’atto terroristico. Poi i vertici delle Forze di Polizia e dei servizi di Intelligence hanno svolto un’approfondita analisi dello scenario internazionale, con particolare riferimento al nostro Paese. L’incontro segue di pochi giorni quello analogo convocato il 23 maggio dopo i fatti di Manchester. Sebbene non emergano elementi per modificare il quadro di rischio per l”Italia, tutti i dispositivi di prevenzione e controllo del territorio restano in opera. E per un’analisi più capillare sul territorio, i prefetti convocheranno, in ambito provinciale, riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica per valutare eventuali segnali di allerta.

Grande attenzione, ovviamente, per le località meta di turisti, dove sarà valutato, d’intesa con i sindaci e la polizia locale, l’eventuale chiusura di strade e piazze al traffico di camion e veicoli. Con l’estate alle porte, gli occhi sono puntati soprattutto sui grandi eventi: sono circa 1.700 gli appuntamenti che comporteranno l’assembramento di folle e di pubblico numeroso. Il Viminale e le forze di polizia stanno lavorando alla gestione dei protocolli di sicurezza, che in determinati casi potrebbero non essere circoscritti solo ai luoghi di raduno per concerti, partite, eventi, ma estesi a una cintura più ampia, attraverso aree di prefiltraggio e controlli effettuati attraverso dispositivi mobili. Una misura che si aggiunge a quella delle barriere mobili da posizionare in zone chiave, come avviene a Roma a ridosso dell’area archeologica del Colosseo e dei Fori.

Sicuramente si tratterà di misure e d’interventi più efficaci e produttive di quelle disposte (o meglio non disposte) dalle autorità torinesi in Piazza San Carlo.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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