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Sicurezza: Anci chiede più poteri per i sindaci per l’uso delle piazze. Contestata la circolare Gabrielli

La superficialità e l’arroganza di alcuni esponenti delle autonomie (comuni e regioni in particolare) spesso va oltre ogni immaginazione e logica. Ricorderete tutti l’episodio, che per fortuna non ha avuto più tragiche conseguenze, di Piazza San Carlo a Torino, della calca e della ressa tra la folla che assisteva sul maxischermo alla rovinosa sconfitta della Juventus in Champions League, e delle critiche pesanti che personalmente ho rivolto alle autorità di sicurezza, che a mio avviso avevano mancato in prevenzione. Ciò non vuol dire assolvere il comportamento del Comune, come sembrerebbe ricavarsi da un commento del Presidente Anci, sindaco di Bari, Antonio Decaro, che nell’occasione ha anche l’ardire di pretendere (implicitamente) maggiori poteri per le autonomie locali.

Il Presidente sindaco la prende larga e afferma: «Pur comprendendo le esigenze e le decisioni che il ministero dell’Interno e i vertici della polizia hanno assunto nei giorni scorsi con l’unico obiettivo di garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone, sono convinto che le manifestazioni e gli spettacoli di piazza debbano restare una festa per tutti. Un risultato raggiungibile solo se tutte le disposizioni organizzative obbediranno alla razionalità e non saranno dettate dall’emotività e dalla paura. Noi sindaci – spiega il presidente dell’Anci – siamo disponibili a fare la nostra parte, a metterci la faccia. Ma, a fronte della responsabilità nella gestione, chiediamo di essere coinvolti nella fase delle decisioni organizzative che hanno una ricaduta sul territorio. Nel merito, il rischio non è solo quello di privare le nostre comunità di importanti momenti collettivi, ma anche di darla vinta a chi ci vuole terrorizzati e chiusi in casa. Perché – conclude Decaro – tra check point, metal detector e contapersone, un concerto potrebbe diventare più piacevole guardarlo in tv».

Il presidente Anci chiede quindi un confronto a nome dei sindaci. «Noi siamo pronti, vogliamo collaborare con il Ministero per definire un protocollo istituzionale che fissi in modo chiaro regole, compiti, responsabilità ed evitare che ogni Comune, ogni Prefettura proceda in autonomia, e che le ordinanze che vietano la vendita di bibite in vetro, siano firmate in alcune città dal sindaco e in altre dal questore o dal prefetto, come è successo nell’ultima settimana. La discrezionalità in questi casi rischia di generare confusione nell’attuazione dei provvedimenti che invece è l’obiettivo a cui tutti tendiamo. Ci auguriamo – conclude il presidente Anci – che il ministro ci convochi presto per condividere i dettagli di azioni comuni su questo fronte». Sottintendendo con ciò che è opportuno dare maggiori poteri ai sindaci, che già ce l’hanno e che sono coinvolti in prima persona (l’ultima riforma ha dato loro addirittura la copresidenza) nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, al quale spetta decidere le modalità di divieti e d’intervento.

Mi chiedo poi che fine abbiano fatto quelle ordinanze che i prefetti della maggiori città avevano emanato a suo tempo, mi sembra quando era ministro dell’interno Roberto Maroni, per escludere determinate piazze centrali da manifestazioni che potessero mettere in pericolo l’integrità di opere d’arte e monumenti. Se nessun prefetto le ha revocate ritengo che siano ancora valide e debbano essere rispettate anche in questi casi.

Tornando al tema in discussione, credo che proprio in seno al Comitato citato si possano valutare caso per caso e zona per zona i provvedimenti da adottare, e stabilire divieti, ordinanze, controlli. In accordo fra tutti gli apparati della sicurezza, coordinati dal prefetto. Fughe in avanti non sono consentite quando si tratta dell’incolumità e della salvezza delle persone, le esigenze dello spettacolo e dell’effimero (ricordate l’Assessore Nicolini e le sue estati romane?), che fanno guadagnare voti ai sindaci non debbono prevalere su altre esigenze. Anche se, credo, che il M5S ad esempio abbia pagato a caro prezzo, nelle recenti elezioni comunali, anche lo scotto negativo di un’opinione pubblica e di una stampa che hanno addossato molte colpe, alcune in modo ingiusto, alla sindaca pentastellata di Torino.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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