Pensioni: le esternazioni inquietanti di Boeri su tagli ad assegni alti, migranti, Ape
ROMA – Il Presidente dell’Inps, Tito Boeri, aspirante politico senza averne l’investitura, continua a moltiplicare le sue strampalate esternazioni, sconfessate poi da tecnici, esperti e politici. Innanzitutto torna su un suo pallino irrinunciabile, il taglio alle pensioni d’oro. Dopo essere stato sconfessato dalla politica, dalla magistratura e dalla Consulta il bocconiano professore, navigando nelle sue nuvole insiste ancora proponendo nel corso della Repubblica delle idee: « La scelta sta al decisore politico, ma per chi percepisce oltre 5000 euro di pensione e ha ricevuto negli ultimi anni della propria vita lavorativa, un regalo, che ha avuto di più di quanto abbia versato, si può chiedere un’operazione di equità. Penso un contributo a favore non solo dei più giovani, ma anche per chi perde il lavoro a 55 anni». Di certe idee, ci perdoni Repubblica, possiamo certo farne a meno.
Poi il ragionamento si sposta sugli immigrati e qui Boeri spezza una lancia a favore delle tesi della presidenta Boldrini pro-immigrazione: «Se oggi chiudessimo le frontiere agli immigrati non saremmo in grado di pagare le pensioni e i nostri sistemi di protezione sociale: versano 8 miliardi e ne prelevano 3, con un surplus di circa 5 miliardi. Molti migranti tornano nei paesi di origine prima di arrivare all’età pensionistica e spesso, malgrado ci siano le leggi, non la richiedono. Usiamo moltissimo questi contributi che – conclude – finiscono per essere a fondo perduto». Vorremmo far presente al samaritano presidente che esistono anche gli immigrati irregolari e che per il mantenimento e l’accoglienza di tutta questa massa che ci invade spenderemo, per il solo 2017, circa 4 miliardi. Quindi i conti non tornano. E per fortuna Boeri dovrebbe essere esperto di economia.
Infine però dalla sua bocca esce una notizia utile e consona al suo ruolo: «Da domani 17 giugno l’Inps sarà in grado di raccogliere le domande di Ape social, la legge è andata in Gazzetta ufficiale». Ci crediamo, ma vogliamo toccare con mano, ormai alle chiacchiere del bocconiano siamo troppo abituati.