Firenze: Michelangelo e l’assedio (1529-1530). Mostra alla Casa Buonarroti (21 giugno-2 ottobre). Foto
FIRENZE – 1530, Firenze stremata è costretta a capitolare.I Medici da molto tempo scacciati dalla città faranno rientro a breve. La repubblica fiorentina che aveva visto uomini del calibro di Pier Soderini e NIccolò Machiavelli cade dopo un lungo assedio. La difesa era stata delle più strenue. E forse oggi potrà stupirci, ma tra i più attivi vedrà proprio un artista, anche al tempo, tra i più stimati, Michelangelo Buonarroti. Difensore della repubblica mette a disposizione della stessa le sue capacità progettuali. Michelangelo non è solo un pittore e uno scultore, ma come prima di lui lo era stato Leonardo e lo sarà Buontalenti, è anche architetto, progettista, ingegnere. La sua genialità si esprime in ogni campo del sapere. In quella drammatica situazione progetta e realizza una nuova fortificazione per Firenze.
È in Oltrarno che si concentrerà la difesa. È da quella parte che le mura dovranno essere rinforzate a costo di distruggere case e chiese. E ancora oggi è possibile trovare le tracce di quelle fortificazioni nel tessuto urbanistico del centro di Firenze, tra Boboli e via Romana.Le armi e le modalità di combattimento erano cambiate però. Francesco Guicciardini, nella «Storia d’Italia», ricorderà come, dopo la battaglia di Pavia (1525), il modo di combattere era tristemente divenuto più violento, devastante, non lasciando più via di scampo.
Alla violenza delle armi si aggiunse quella delle temibili truppe imperiali, i Lanzichenecchi.I questo mondo che si accinge a saggiare gli splendori e le miserie degli strumenti della «modernità», violenza e distruzione, Michelangelo tenta l’ultimo disperato tentati vo per affermare la libertà attraverso l’intelligenza. In questa mostra che ricorda quei drammatici momenti i disegni michelangioleschi delle fortificazioni ci restituiscono la forza e la chiarezza delle intuizioni del genio rinascimentale insieme alla bellezza delle opere di artisti che insieme a lui vissero i mesi e i giorni di quella battaglia per la libertà.