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Di Giorgi: «Apriti Cinema» e «Cannes». A Firenze il grande cinema nel segno della nuova Legge

Il Piazzale degli Uffizi, dove dal 26 giugno al 21 luglio ci sarà «Apriti Cinema»

FIRENZE – Una nuova Legge sul Cinema ideata proprio a Firenze, al Cinema Odeon, nel 2014, quando il presidente Zucconi chiese a Matteo Renzi un impegno per una riforma del cinema. Lo ha ricordato la vicepresidente del Senato, Rosa Maria Di Giorgi, alla presentazione di «Apriti Cinema», la rassegna cinematografica estiva che si terrà per la prima volta nel meraviglioso Piazzale degli Uffizi.

«Cinema di qualità in scenari mozzafiato: quando la cultura si lega all’eccellenza dei luoghi, l’Italia esprime il meglio del suo carattere e delle sue potenzialità. Un evento storico per la città, il cinema e l’arte tutta, che restituisce la visione di uno scenario in origine pensato dal Vasari proprio con una vocazione scenografica», ricorda Di Giorgi, sottolineando il suo particolare apprezzamento «per la sinergia dei numerosi soggetti culturali e non che hanno saputo contribuire a 23 giorni di programmazione ad ingresso libero per i fiorentini e i turisti».

«Apriti Cinema» parte il 26 giugno, ma da oggi, 19 giugno, al 23 c’è anche «Cannes a Firenze – France Odeon» al Cinema La Compagnia, come ha ricordato sempre la Di Giorgi.

«Grazie alla nuova legge sul cinema, una riforma attesa da 50 anni, approvata dal Parlamento alla fine dello scorso anno, si raddoppiano i finanziamenti milioni sul fondo cinema – ricorda la Senatrice – che passano da 200 a 400 milioni, si innalza il tax credit per produttori, distributori ed esercenti da 150 a 260 milioni, si danno 120 milioni a fondo perduto per ristrutturazione sale cinematografiche pubbliche e private. Ancora: si stanziano circa 12 milioni l’anno per la scuola; si valorizza la produzione di qualità e si aiutano i giovani e le opere prime con finanziamenti ad hoc. Infine anche in Italia, similmente a quanto avviene in Francia, viene creato il Consiglio superiore del cinema e dell’audiovisivo, un organo che sappia svolgere anche controlli, oltre che consigli, tramite un monitoraggio costante dell’attuazione delle politiche in materia, proprio per evitare che un settore centrale per l’identità culturale del Paese non ottimizzi le risorse messe a disposizione»

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