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Migranti: Juncker, presidente commissione Ue, vorrebbe aiutare Italia e Grecia. Macron e Merkel frenano

BRUXELLES – Il presidente del Commissione europea Jean Claude Juncker, nella conferenza stampa al termine del vertice preparatorio del G20 a Berlino, al quale partecipa anche il nostro premier Gentiloni, ha voluto a suo modo rispondere all’appello lanciato dall’Italia: «da molto tempo come Commissione siamo convinti che non possiamo abbandonare né l’Italia né la Grecia. Insieme dobbiamo compiere sforzi per sostenere queste due nazioni che sono eroiche». Belle parole, finora seguite da pochi fatti, anche perché una buona parte dei paesi Ue non ha alcuna intenzione di accollarsi alcun onere, come del resto si desume chiaramente dalle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron e della cancelliera tedesca Angela Merkel.

MACRON – Infatti Macron ha posto un ferreo limite all’intervento in aiuto dell’Italia, escludendo i migranti economici, ossia oltre l’80% di quelli che sbarcano nelle nostre coste. «Noi sosteniamo l’Italia e la Francia deve fare la sua parte sull’asilo di persone che vogliono rifugio. Poi c’è il problema di rifugiati economici, e questo non e’ un tema nuovo: l’80% dei migranti che arrivano in Italia sono migranti economici. Non dobbiamo confondere”. E così siamo sistemati per le feste.

MERKEL – Apparentemente più possibilista Angela Merkel, che confida nel risultato del prossimo vertice dei ministri dell’interno ue, ben sapendo che non darà invece alcun risultato: «Spero in una soluzione concordata all’incontro dei ministri degli Interni di mercoledì a Tallin». La cancelliera ha anche sottolineato l’importanza degli sviluppi in Libia: «Non possiamo accettare che in quel paese regni l’illegalità e che diventi uno stato permanente». Anche in questo caso belle parole, ma nessun fatto concreto.

AVRAMOPOULOS – Il più aperto e concreto è stato, come al solito, il commissario europea all’immigrazione Dimitri Avramopoulos: «L’Italia subisce pressioni enormi – ha ribadito il responsabile Ue -. Non lasceremo il Paese da solo: sia l’Italia sia la Grecia hanno sofferto molto negli ultimi tre anni ma credo che oggi siamo in una migliore posizione. E però – ha continuato Avramopoulos – la situazione in Italia è cattiva, lo posso dire, perché i flussi continuano, la rotta del Mediterraneo centrale rimane aperta, la Libia è nella situazione che conosciamo. Per questo cerchiamo di affrontare il problema in modo inclusivo e globale. Studiamo nuove soluzioni per aiutare l’Italia in queste circostanze particolari».

Ma ormai lo sappiamo, queste grandi vertici europei da molto tempo si riducono a grandi parate e chiacchiere inconcludenti, senza alcun risultato pratico. O a promesse vacue che vengono vanificate dal comportamento egoista degli Stati che, dal loro punto di vista giustamente, fanno l’interesse della propria collettività. lasciando in braghe di tela i paesi che, per collocazione geografica e per debolezza politica, anche interna, sono costretti a subire l’invasione dei migranti africani. Complici il buonismo delle associazioni di sinistra, cattoliche e della Chiesa.

Minniti ha fatto la faccia feroce, il Pd, scottato dalla nuova batosta elettorale, ha cambiato atteggiamento, l’Italia minaccia addirittura di bloccare l’ingresso nei porti delle navi Ong che ramazzano migranti fin dalle coste libiche per scaricarceli sulle nostre coste. Conoscendo il nostro Paese e le sue contraddizioni interne sono sicuro che si tratterà, come spesso succede (ricordiamo i grandi proclami antieuropa di Renzi), del gesto del coyote che abbaia alla luna. Un atteggiamento suggestivo, minaccioso nelle intenzioni, ma che non approda a nulla. Occorre una strategia che blocchi le partenze dalla Libia, ma da sola sicuramente l’imbelle Italia non può arrivare a tanto.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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