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Parigi, migranti: piena intesa con Francia e Germania su limitazioni di sbarchi e ricollocamenti

ParisPARIGI – Al prevertice di Parigi, che anticipa di pochi giorni il summit di Tallin, l’Italia incassa la piena intesa, di Francia e Germania sulla questione migranti. Primo esito tangibile dell’incontro voluto dal ministro dell’Interno Marco Minniti con i colleghi tedesco e francese, Thomas de Maziére e Gerard Colomb, e con il commissario europeo per gli Affari interni Dimitri Avramopoulos, un documento su più punti che si sta mettendo a punto e che l’Italia presenterà giovedì in Estonia all’incontro dei ministri degli Interni di tutti e 28 i paesi Ue. Il testo, che ha l’appoggio di Parigi e Berlino, vede tra i punti qualificanti la regolamentazione delle azioni e dei finanziamenti delle Ong e più fondi per consentire alla Libia il controllo delle coste.

Sul primo capitolo si innesta la necessità di dare un ruolo più forte di coordinamento alla Guardia costiera. E altro tema centrale è quello relativo alla ricollocazione dei migranti. Non sarà facile imporre una linea in un’Europa con paesi refrattari, finora, a una collaborazione fattiva, che chiedono – Francia compresa – di distinguere bene tra migranti economici e rifugiati, visto che solo questi ultimi hanno realmente diritto a una protezione. Ma con l’incontro di Parigi è stato fatto un passo avanti e messo qualche punto fermo.

SBARCHI E PORTI – Ridurre gli sbarchi è uno degli obiettivi a cui si lavora. In questa partita le Ong sono un attore fondamentale, con una libertà di movimento che ora si vuole limitare: l’ingresso in acque libiche potrebbe essere vietato così come spegnere il trasponder di bordo per la localizzazione e fare segnali luminosi; e la regia delle operazioni dovrebbe essere riportata in maniera più definita sotto l’ombrello della Guardia Costiera. Il protocollo sulle Ong potrebbe spingersi a bloccare l’accesso in porto a chi non è in regola. Temi delicati – a cui si aggiunge quello della trasparenza sui finanziamenti – dei quali si parlò già settimane fa quando uscirono i contenuti di un dossier Frontex e quando scoppiò un acceso dibattito attorno alle indagini del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro: organizzazioni come Medici senza frontiere reagirono affermando che nella maggior parte dei casi è il sistema di coordinamento di Roma a dire dove andare. Quanto ai porti di destinazione, più complessa appare invece la possibilità di coinvolgere altri soggetti, come Malta, ipotesi a cui pure si era pensato.

RELOCATION – L’altro capitolo chiave è quello della distribuzione dei migranti. L’Italia chiede all’Europa impegni certi e alcune modifiche. Con le regole oggi in vigore accedono alla relocation solo i richiedenti asilo di nazionalità con un tasso medio di riconoscimento pari o superiore al 75%. Una soglia troppo alta, che si chiede di rivedere.

LA LIBIA – L’Europa, però, è solo uno dei teatri di azione. La partita fondamentale – ha dichiarato Minniti – si gioca in Libia, paese di transito da cui è arrivato nei primi cinque mesi di quest”anno il 97% dei migranti. Lì serve un governo stabile e stiamo lavorando per farlo. L’idea di un sostegno finanziario più cospicuo per il controllo delle coste va in questa direzione. E sull”emergenza migranti Minniti terrà un’informativa alla Camera mercoledì.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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