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Francia: Macron vuol ridurre di un terzo i parlamentari e rafforzare le misure di sicurezza. Un programma semplice e efficace

VERSAILLES – Prende man mano forma il programma di governo del presidente francese Emmanuel Macron. Dopo aver espresso l’intenzione di rafforzare la sicurezza, prorogando lo stato d’emergenza proclamato da Hollande, è passato direttamente alle riforme istituzionali, senza grandi progetti faraonici ma con indirizzi semplici, precisi e concreti, che non correranno il rischio, una volta approvati, di essere vanificati da referendum, oltretutto personalizzati.

Nel suo discorso al Congresso riunito a Versailles il presidente francese ha dunque confermato l’intenzione di ridurre di un terzo il numero dei parlamentari delle due Camere. Come promesso nella sua campagna elettorale, Macron intende tagliare il Senato, che ha 348 membri, e l’Assemblea nazionale, che ha 577 membri. Propone anche che «il Parlamento venga eletto con una dose di sistema proporzionale». Un progetto semplice e lineare, senza le complicate alchimie di quello del duo Boschi – Renzi, naufragato rovinosamente.

Il neopresidente afferma che la Francia è pronta a lanciarsi in un «patto radicalmente nuovo», dopo le elezioni presidenziali e legislative che gli hanno dato ampia maggioranza. «Finora eravamo sulla strada sbagliata», spiega il presidente, «abbiamo preferito le regole all’iniziativa».

«Un parlamento meno numeroso, ma rafforzato nei suoi mezzi – dice Macron ai parlamentari – è un parlamento in cui il lavoro diventa più fluido, dove i parlamentari possono circondarsi di collaboratori meglio formati e più numerosi. È un Parlamento che lavora meglio». Con queste riforme Macron spera di migliorare il processo legislativo e scrivere meno leggi. «Ogni anno, verrò a rendervi conto», promette al Congresso. Sono alcune delle linee che ispiravano anche il progetto di riforma italiano, risultato però contorto e avvinghiato in una miriade di disposizioni e articoli contraddittori e talvolta incomprensibili.

Parlando di sicurezza, Macron annuncia anche la revoca dello stato d’emergenza nel prossimo autunno. Le misure speciali vennero decretate nella notte degli attentati parigini del 13 novembre 2015. «Queste libertà sono la ragione di essere d’una democrazia forte», afferma il presidente francese. Il presidente però si è cautelato e ha presentato nel frattempo al Parlamento un progetto di legge antiterrorismo che renderebbe alcune misure dello stato d’emergenza approvate in modo permanente.

Sembra proprio che Macron, finora, voglia anteporre i fatti concreti alle chiacchiere e alle promesse altisonanti, destinate a non avere alcun seguito, tipiche di qualche nostro governante disarcionato dal referendum popolare. Del resto il presidente, come molti suoi predecessori all’Eliseo – e a differenza di quasi tutti i nostri politici – esce dall’Ena, la scuola d’eccellenza della pubblica amministrazione (e della politica) francese, e ha avuto in passato anche esperienze da ministro. Un curriculum prestigioso e utile per esercitare efficacemente le sue altissime funzioni.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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