Publiacqua: la burocrazia delle bollette e delle società letturiste
FIRENZE – Una vicenda che ha dell’incredibile e che ci deve far meditare quando accusiamo la burocrazia ministeriale. Ci sono altre burocrazie che fagiscono molto peggio vessando e costringendo gli utenti a adempimenti inutili e perditempo. Senza contare poi l’alterigia e il disprezzo con il quale rispondono alle eventuali proteste. Il caso esemplare riguarda la gestione delle bollette e dei servizi di fornitura dell’acqua da parte di Publiacqua e delle società esercenti il servizio di lettura dei contatori ai fini di stabilire i consumi.
Nel marzo del 2017 un utente, su richiesta del gestore della lettura dei contatori, aveva inviato allo stesso dichiarazione di residenza nell’indirizzo nel quale era stabilita l’utenza, in modo da determinare se la tariffa applicabile fosse quella per residenti o meno.
Tutto sembrava risolto quando a inizio luglio arriva altra lettera minatoria dell’amministratore del condominio che intima di inviare alla società di lettura lo stesso formulario entro una data (già trascorsa), per evitare che Publiacqua, in assenza di tempestiva risposta, applicasse ovviamente la tariffa non residenti, più costosa. L’utente si sente preso per i fondelli e invia ai tre soggetti interessati (Publiacqua, società di lettura dei contatori e amministratore del condominio) una lettera con la quale riallega il documento sottoscritto, già trasmesso a marzo e, ad abundantiam, anche quello nuovo, e fa un’ovvia osservazione: non sarebbe meglio che gli enti coinvolti si scambiassero i documenti senza stare a richiederli ogni volta all’utente?
Risposta inviperita della società che ha l’incarico di leggere i consumi (di cui ometto l’indicazione), che riporto testualmente perché è indicativa del comportamento di questi signori: «Si specifica che il disturbo arrecatoLe è derivato dalla confusione in cui versa Publiacqua spa nella circostanza. XXXXXX ed amministratori non fanno altro che perdere molto tempo perché non ci sia danno ai condòmini. Focalizzi bene le responsabilità». quindi l’utente si è preso anche un bel cicchetto, becco e bastonato. Le accuse a Publiacqua sono sicuramente meritate, ma il succo della risposta è il seguente: la colpa è dell’utente che doveva stare zitto, inviare ogni volta i documenti necessari e, ovviamente, pagare. In attesa della risposta anche dell’amministratore e di Publiacqua, che credo non arriveranno mai.
Ma le inutili e costose Autorità per il controllo dell’Energia non dovrebbero servire anche ad evitare tutto questo?