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Pensioni sociali: crescono progressivamente quelle assegnate a extracomunitari

Dopo l’ulteriore sparata di Tito Boeri a favore degli immigrati (solo quelli regolari) che a suo dire sarebbero la salvezza dell’Italia, replica immediatamente Antonio Castro che, su Libero, dimostra come, al contrario, gli immigrati sappiano sfruttare il sistema assistenziale italiano a loro favore, utilizzando tutti i sistemi (una volta tanto leciti) a loro disposizione.

Infatti nello stesso bilancio dell’Inps risulta un dato volutamente ignorato da B0eri: cresce di anno in anno il numero delle pensioni (assegno) sociale versate agli extra comunitari. Siamo arrivati (dati Inps elaborati dal sito truenumbers.it), a 81.619 immigrati titolari di una pensione di tipo sociale (74.429 del 2014). La maggior parte di queste pensioni assistenziali: 49.852 nel 2015 (erano 44.645 nel 2014). Le pensioni di tipo assistenziale sono sganciate dai contributi. Spiega lo stesso Inps che l’assegno «sociale è rivolto ai cittadini italiani, agli stranieri comunitari iscritti all’anagrafe del comune di residenza e ai cittadini extracomunitari/rifugiati/titolari di protezione sussidiaria con permesso di soggiorno comunitario e per i soggiornanti di lungo periodo», che abbiano redditi bassi (sotto i 5.824,91 euro annui; 11.649,82 euro se il soggetto è coniugato).

Questi trattamenti nel sistema previdenziale italiano sono erogati indipendentemente dai contributi versati, anzi alcuni non prevedono alcun versamento e rientrano nel campo della mera spesa assistenziale. Con oltre 3.931mila cittadini non comunitari censiti nel gennaio 2016 dall’Istat (2.143mila extracomunitari registrati dall’Inps), questa popolazione è inevitabilmente destinata a crescere nei prossimi anni. Tanto più che (dati gennaio/ottobre 2016), sui circa 140mila permessi di soggiorno erogati, circa il 32,74% è proprio per i ricongiungimenti familiari.

Con l’assegno mensile erogato generosamente – solo sulla base del possesso del certificato di cittadinanza e dei fatidici 10 anni di residenza – resta forte la tentazione di far arrivare il nonno, o l’anziana madre, per tempo per far loro maturare il diritto all’assegno Inps, lucrato poi da tutta la famiglia. Le varie associazioni che assistono gli immigrati e sono votate a far conoscere qualsiasi diritto (non i doveri) loro spettante sapranno certo indirizzarli sulla retta strada, con risultati devastanti per i nostri conti pubblici.

Questo beneficio esteso anche agli extra comunitari ha scatenato un dibattito non marginale durante la discussione parlamentare sullo Ius Soli. E l’eventuale impatto della legge sul sistema pensionistico futuro fa riflettere fin d’ora sul fatto che siamo tra i primi Paesi al mondo per indebitamento pubblico. E uno dei capitoli d’uscita primari del bilancio italiano è proprio la spesa previdenziale a assistenziale: 197,4 miliardi di euro le uscite del 2016. Le ondate di migrazioni straordinarie che impatto avranno? Anche i rifugiati riconosciuti oggi ne hanno diritto. Ma questi sono aspetti che alla premiata ditta Boldrini – Boeri non interessano.

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