Libia: il presidente Fayez Serraj precisa i termini degli accordi con l’Italia
TRIPOLI – Il presidente del Consiglio presidenziale libico, Fayez Serraj, torna a chiarire i termini della richiesta di assistenza fatta all’Italia, smentendo che abbia autorizzato le navi italiane a entrare nelle acque territoriali libiche. «L’assistenza che ho chiesto all’Italia – ha precisato ancora una volta Serraj, citato dall’agenzia di stampa Lana, al suo arrivo all’aeroporto di Tripoli – è di tipo logistico e per l’addestramento della Guardia costiera, inclusi equipaggiamento e armi moderne per salvare le vite dei migranti e per affrontare le bande criminali dedite al traffico di migranti, che sono armate meglio dello Stato».
Le precisazioni arrivano dopo che era arrivata una nuova minaccia dal portavoce dell’Operazione dignità che fa capo al generale Khalifa Haftar, secondo quanto si legge sul Libya Observer: «la risposta all’intervento italiano nelle acque libiche sarà forte, ha avvertito Ahmed Al-Mismari, secondo il quale questo intervento è avventato e mira a indebolire l’iniziativa francese (con l’incontro di martedì scorso a Parigi tra Serraj e Haftar conclusosi con una dichiarazione congiunta per il cessate il fuoco ed elezioni il prossimo anno), sostenuta da Onu, Ue e Unione Africana».
Dopo Serraj è intervenuto di nuovo con una nota anche il ministero degli Esteri del governo di concordia nazionale. Nel comunicato si ribadisce che al governo italiano è stata chiesta assistenza tecnica e logistica per bloccare il flusso di migranti ed i traffici e per salvare vite. Tutto questo, continua la nota, potrebbe richiedere la presenza di navi italiane che operino dal porto di Tripoli, se necessario. In ogni caso, conclude la nota, non ci sarà alcun intervento di questo tipo senza l’autorizzazione ed un preventivo coordinamento con le autorità libiche all’interno delle acque territoriali libiche.