Tripoli: la marina libica recupera e salva 826 migranti a bordo di gommoni e barche di legno
LIBIA – Mentre in Italia si discute, almeno in Libia si agisce, almeno così sembra. La guardia costiera libica ha recuperato e salvato 826 migranti in due diverse operazioni a nord di Sabrata. Lo riferisce il portavoce della Marina militare libica, Ayoub Qassem, in un comunicato. I migranti tra cui anche bambini (di nazionalità libica, marocchina, tunisina, algerina, sudanese, siriana e di Paesi subshariani) erano a bordo di tre gommoni e due barche di legno. Il portavoce ha riferito inoltre che i migranti sono stati consegnati all’organismo di lotta alla migrazione clandestina. Secondo quanto si è appreso, di questi 826 migranti, fanno parte anche i 464 recuperati dalla guardia costiera di Zawia che si trovavano a bordo di due barconi. In un’altra operazione i guardiacoste di Sabrata hanno fermato altre 350-360 persone che si erano imbarcate su dei gommoni.
Marina Libia, Italia aiuterà aumentare nostre capacità– La Marina libica desidera aumentare le proprie capacità tecniche per poter contare sulle proprie forze, non solo sull’emigrazione illegale, ma anche per difendere la nostra sovranità. Così il portavoce della Marina militare libica, Ayoub Qassem, risponde in un’intervista alla tv Libya al Ahrar, sulla “questione del sostegno tecnico e logistico italiano. E a chi vi si oppone, Qassem invita a inviare osservatori a bordo delle nostre unità per verificare di persona il ruolo delle navi italiane nelle nostre acque territoriali.
Minniti, le Ong scelgano da che parte stare – Intanto in Italia il Minstro Minniti conferma la linea dura nei confronti delle Ong ribelli: «Il codice di condotta è pensato per non consentire una generalizzazione in negativo delle Ong, che non condivido; credo che sia legittimo da parte di parlamento, governo italiano e Unione europea chiedere un coordinamento. Tutte le Ong scelgano da che parte stare. Non intendo rinunciare al principio di salvataggio dei naufraghi e neppure a quello della sicurezza dei miei concittadini. Per questo ritengo necessaria la presenza di polizia giudiziaria sulle navi delle Ongi. Chi non ha firmato non potrà far parte del sistema di salvataggio che risponde all’Italia, fermo restando il rispetto della legge del mare e dei trattati internazionali. Ma per firmare c’è ancora tempo».
Di Maio, chiudere tutti i porti ai taxi del mare – «Tutti sanno cosa succede, ma nessuno vuole affrontare il problema, che però è enorme. Quindi finché non ci vedremo chiaro e in assenza di una legge, bisogna chiudere i nostri porti a tutte le Ong. A monitorare le acque e salvare vite umane ci penseranno la Marina e la Guardia costiera, come è giusto che sia. Ma il servizio dei taxi del mare va interrotto subito». Così il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, candidato premer in pectore del M5S, in un’intervista al Corriere della Sera.