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Firenze: occupanti abusivi di via Spaventa sostenuti anche da medici senza Frontiere

FIRENZE – Mentre si rincorrono le discussioni animate, a livello politico, sull’attività delle Ong che soccorrono migranti in mare, una di queste, Medici senza Frontiere, oltre che sull’acqua opera anche sulla terraferma e a Firenze viene in soccorso dei somali occupanti abusivi dello stabile di Via Spaventa, appoggiati anche dal Movimento di lotta per la casa.

Nei giorni scorsi si è svolta proprio nei locali occupati un’assemblea nel corso della quale Luca Toscano, rappresentante del Movimento citato, ha affermato: «Apprendiamo della possibilità di un così detto sgombero per motivi di sicurezza della struttura occupata di via Spaventa, un escamotage della proprietà per liberarla e poi venderla, che noi insieme ai rifugiati che vivono qui non accettiamo. Il fallimento delle politiche di accoglienza attuate negli ultimi anni è una realtà innegabile – continua Toscano – e i così detti ‘sgomberi umanitari’ non esistono e non sono la soluzione. La storia delle occupazioni si può risolvere in un solo modo, ovvero con politiche che garantiscano una soluzione abitativa stabile e dignitosa a queste persone».

Nella struttura di proprietà dei gesuiti sono ospitate attualmente circa 130 persone, quasi tutti somali reduci sia dall’occupazione dello stabilimento ex Aiazzone all’Osmannoro, nel cui incendio a gennaio scorso perse la vita una persona, che dello sgombero risalente a poche settimane fa di via Luca Giordano.

All’incontro era presente anche Giuseppe De Mola rappresentante di Medici Senza Frontiere, che ha ribadito l’importanza delle politiche di inclusione anche come preventivo di situazioni come quella via Spaventa: «Monitoriamo queste situazioni in tutta Italia, si tratta di persone sono spesso regolari ed in qui da molti anni. Il problema nasce da come si fa l’accoglienza in questo paese, situazioni come questa sono infatti frutto dell’assenza di politiche di integrazione adeguate». Ci voleva proprio il rappresentante di una Ong – peraltro al centro di polemiche – per appoggiare azioni illegali e per di più ricordarci quello che dovremmo fare.

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