Migranti: i giovani (under 35) italiani smentiscono la Boldrini, solo 1 su 3 pensa che siano risorse
L’elaborazione dei dati contenuti nel Rapporto Giovani 2017 dell’istituto Toniolo, per la parte nella quale si richiedeva ai giovani italiani under 35 se i migranti costituissero una risorsa per l’Italia, ha smentito clamorosamente le tesi della presidenta Laura Boldrini, fautrice dell’immigrazione indiscriminata e senza limiti: per 2 giovani su 3 i migranti non sono una risorsa, e quindi danneggiano il Paese nel quale sono accolti, spesso non graditi dai cittadini, ma pilotati da politici, associazioni religiose o laiche (prevalentemente di sinistra) interessate al business dell’accoglienza.
Questo dato inequivocabile, che dovrebbe far riflettere i politici, soprattutto quelli accecati dall’ideologia come la ricordata presidenta o il Governatore toscano Enrico Rossi, emerge proprio nei giorni in cui altri giovanissimi, migranti con un’età media di 16 anni – secondo la denuncia dell’Oim, l’agenzia dell’Onu per le migrazioni – muoiono nelle acque dello Yemen, costretti dagli scafisti a gettarsi in mare.
Proprio nei giorni in cui scoppiano le polemiche conseguenti alla firma del codice di condotta per le Ong e il rafforzamento dei controlli della marina libica, che hanno costretto alcune Ong ribelli a dare temporaneamente forfait e a rinunciare al servizio di taxi dei migranti (e a favore indiretto degli scafisti) che hanno svolto impunemente per molto tempo.
Le nuove misure hanno subito avuto come conseguenza il rallentamento degli sbarchi in Italia dei migranti, che adesso probabilmente si dirigono verso Ceuta e la Spagna, ritenuti corridoi più abbordabili.
Ma ancor più interessante è il seguito del rapporto, che allarga l’orizzonte ai giovani under 35 di altri paesi europei, anche alla luce degli ultimissimi eventi. Un focus su Europa e migrazioni, nell’ambito del Rapporto Giovani 2017, che mette a confronto il punto di vista degli italiani con quello dei coetanei tedeschi, inglesi, francesi, spagnoli e polacchi. Il Rapporto si basa su un campione di 9mila giovani tra i 18 e i 32 anni.
Alla domanda di partenza – sul rapporto tra l’arrivo dei migranti e il miglioramento delle condizioni di vita nel paese – ha risposto favorevolmente (tra molto e abbastanza) solo il 31,4 per cento degli italiani intervistati. Solo i polacchi fanno registrare una percentuale più bassa, al 27,2. Hanno invece una visione più positiva gli inglesi (60,1%), gli spagnoli (64,3), i tedeschi (48,3) e i francesi (44,4).
Ma i giovani italiani bocciano nella stragrande maggioranza l’Europa neghittosa e imbelle. I numeri dicono che il 69,3 per cento di loro sostiene che i flussi migratori dovrebbero essere regolati dalla Ue, non dai singoli Stati. Un dato che stacca il 47,4 per cento degli inglesi e il 44,1 dei polacchi, ma anche il 52,1 dei francesi, il 57,8 degli spagnoli e il 58,2 dei tedeschi.
Non c’è che dire, gli auspici e le aspettative di chi credeva fermamente nell’Europa come il rimedio di tutti i mali (Prodi, Ciampi, Napolitano) sembrano votati al fallimento. Quest’Europa di banchieri e di mercanti, di politici interessati solo al tornaconto del proprio paese (Merkel e Macron in testa) non appassiona i giovani, che anzi vedono nella pesante burocrazia continentale un freno allo sviluppo e al loro avvenire. Occorrerà un lungo lavoro di recupero per superare questa critica situazione, ma credo che, almeno da quanto si può notare ora, nessuno a livello europeo sia in grado di dare la sterzata che sarebbe necessaria.