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Pisa: finanzieri feriti dai migranti, la solidarietà dei sindacati

PISA – Piena solidarietà e vicinanza ai tre finanzieri feriti nell’aggressione di venerdì scorso a Pisa durante un blitz anti abusivi ma anche la necessità di regole d’ingaggio nuove e certe per consentire agli operatori di agire in sicurezza. E’ la posizione espressa in una nota dal delegato nazionale Cocer della Guardia di finanza, Eliseo Taverna.

«Condanniamo fermamente – ha aggiunto – questi vili e inqualificabili azioni poste in essere da coloro che sono ospiti in questo Paese e anziché mostrare riconoscenza vivono nella piena illegalità e con fare strafottente si permettono di aggredire e ferire operatori di Polizia e di danneggiare mezzi in loro dotazione con l’intento di evitare il sequestro di merce contraffatta o addirittura di riappropriarsene. L’abusivismo, la contraffazione, così come altri fenomeni illegali, vanno combattuti con quotidiana e costante opera di prevenzione e non solo con azioni di sola repressione. I fatti accaduti non sono più tollerabili e la frequenza con la quale si ripetono, anche se con dinamiche e in contesti diversi, fanno emergere chiaramente l’esigenza di dover rivedere urgentemente l’attuale legislazione penale, le regole operative d’ingaggio per le forze di Polizia e l’utilizzo di sistemi di ripresa, di deterrenza e dissuasione, quali ad esempio i tanto discussi Taser o spry irritanti, al fine di preservare l’incolumità degli operatori e di dare piena certezza all’esecuzione della pena per coloro che si macchiano di reati, così come avviene normalmente da anni in altri Paesi». Taverna ha anche definito paradossale che giornalmente operatori di Polizia rimangono feriti, spesso per banali e semplici controlli di routine (anti-abusivismo, d’identificazione, antimmigrazione, ecc.), quindi, non in particolari contesti operativi per servizi antidroga, anticamorra o antiterrorismo e, a volte, così come è avvenuto recentemente ad una pattuglia della P.S, di dover subire anche la sottrazione della propria pistola d’ordinanza senza poi che i colpevoli ne subiscano le giuste conseguenze commisurate alla gravità dell’azione». Di queste ultime conseguenze, lamentate giustamente dal sindacato, dovrebbe risponderne la magistratura, molto spesso incline a usare la manica larga verso i poveri immigrati, anche se violenti e autori di illeciti.

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