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Monete euro: restano quelle da 1 e 2 centesimi, governo costretto a fare retromarcia

ROMA – Ennesima figuraccia dell’Italia a livello europeo. La tanto strombazzata eliminazione delle monete da 1 e 2 centesimi di euro, prevista nella finanziaria, non è possibile, solo l’Europa può decidere una modifica. E quindi, anche se in Italia si smettesse di coniare le due monetine, nessun negoziante sarebbe in ogni caso autorizzato a rifiutarle. La Banca centrale europea l’aveva scritto chiaramente in due pareri spediti a Belgio e Finlandia che avevano già approvato norme simili a quella italiana. E non solo per la ragione logica per cui non si può impedire ad uno spagnolo o ad un tedesco di usare quelle monetine in Italia, ma perché il potere di decidere o meno la circolazione legale di pezzi della moneta unica non è dei parlamenti nazionali, bensì del Consiglio europeo.

Il testo del parere inviato ai belgi il 23 gennaio 2014 è chiaro: «L’articolo due del regolamento 974/98 dice che l’euro, come moneta dell’area, è divisa in cento centesimi». Sia in Finlandia che in Olanda è consentito ai negozianti di arrotondare i prezzi ai cinque centesimi: su questo i parlamenti nazionali sono liberi di legiferare. La lettera firmata da Draghi spiega chiaramente che «Per preservare l’unità e l’integrità della moneta unica regole come quelle sull’arrotondamento andrebbero concordate a livello europeo, non nazionale». In ogni caso «non si può impedire ai clienti di pagare l’esatto ammontare dovuto usando le monete da uno e due centesimi».

Il Tesoro dunque ha pensato bene di fare marcia indietro, ma non ci si poteva informare meglio prima?

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