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Alleanza migranti, centri sociali e movimenti per la casa. Un mix esplosivo da disinnescare

Occupazione abusiva

Quando, prefetto di Torino, nel 2009 mi dovetti occupare, insieme al sindaco Sergio Chiamparino, dell’occupazione abusiva dell’ex clinica San Paolo ad opera di circa 400 somali – pretesi richiedenti asilo, in realtà per la maggior parte migranti economici – «assistiti» dai centri sociali, sottolineai alle Autorità centrali (Ministero interno in particolare) il rischio della saldatura fra centri sociali e migranti, che poteva divenire una bomba per la nostra società.

Quell’evidente verità si è palesata poi agli occhi di tutti e i nostri servizi d’intelligence, che fin d’allora avevano posto attenzione al fenomeno, adesso che questo è esploso in tutte le grandi città lo sottolineano a chiare lettere: «I movimenti per la casa uniti all’emergenza migranti sono un mix esplosivo che dobbiamo essere capaci di gestire sia per quanto riguarda il rischio sociale che per quello terroristico».

Questa situazione è stata spiegata (adesso) dal Viminale in occasione del recente incontro tra il ministro Minniti e una delegazione dell’Anci, volto a mettere a punto la proposta di destinare gli immobili confiscati alle mafie per l’emergenza abitativa sia degli italiani che dei migranti.

Il ministro Minniti è pienamente consapevole che il problema delle case occupate e la questione migranti può far scatenare reazioni eversive, se non terroristiche, (come aveva preannunciato, facile e inascoltato profeta, il prefetto di Torino nel lontano 2009), che rischierebbero di aggiungere ulteriore pressione alle forze dell’ordine, già chiamate a contrastare le minacce dell’Isis e il rischio di attentati.

Il pericolo costituito, in buona parte d’Italia ma soprattutto nel centro Nord (Firenze compresa), dalla rete dei cosiddetti «movimenti per la casa» lo ha evidenziato anche l’intelligence nell’ultima relazione presentata alle Camere. «I movimenti per l’abitare hanno intensificato l’impegno propagandistico – hanno scritto gli analisti dei Servizi di sicurezza nel capitolo dedicato alle spinte anti-sistema ed eversive – da più parti è stata evidenziata la necessità di elevare il livello di protesta interpretando adeguatamente e dando voce al diffuso disagio che si vive in particolare nelle periferie, reputate luogo simbolo della disuguaglianza sociale, nonché importante bacino da sfruttare per l’attivismo di piazza».

Tanto più che le proteste dei movimenti si sono unite da tempo in unico fronte con la causa dei migranti. Due questioni che sono state in parte sottovalutate e che, se non vengono affrontate immediatamente con strumenti adeguati, sono pronte a deflagrare ancor di più, creando problemi, anche di ordine pubblico, che possono sconvolgere la civile convivenza.

Adesso il Ministero – quando i buoi sono usciti dalla stalla – corre ai ripari e invita prefetti e questori su tutto il territorio nazionale a valutare con estrema accuratezza quando intervenire con la forza per sgomberare gli immobili illegittimamente occupati. Ma depotenzia subito l’invito, avvertendo che servono prima soluzioni alternative, altrimenti è impossibile tenere sotto controllo quella che viene definita una vera e propria «bomba sociale».

Se si agisce solo con l’uso della forza, il rischio tenuto fortemente nel conto dai responsabili del ministero dell’Interno è quello di ottenere una reazione uguale e contraria. «Ci deve essere – ha spiegato Minniti – una maggiore e migliore collaborazione tra gli enti territoriali con le prefetture e le questure, siamo tutti chiamati a remare dalla stessa parte nell’ottica di una piena collaborazione istituzionale prima che la situazione degeneri».

Il Viminale ha escogitato così la soluzione di utilizzare beni confiscati alla criminalità organizzata per alloggiare i migranti occupanti abusivi. Il che vuol dire premiare non solo chi ha commesso oggettivamente un reato, ma anche chi li protegge, come i centri sociali e i movimenti dei senza casa. E costituisce oggettivamente un incentivo alla scorciatoia dell’occupazione abusiva per ottenere un alloggio, beffando così i tantissimi, per lo più italiani non abbienti, che sono in attesa da anni di alloggi popolari, seguendo regolarmente le graduatorie. Che si sentiranno giustamente dimenticati e oltraggiati da uno Stato patrigno e sostanzialmente beneficatore di soggetti che compiono illeciti.

Proprio questo è l’aspetto che le opposizioni rimproverano al ministro Minniti: inizialmente fermo nello stroncare le proteste, ha ceduto poi alle richieste della sinistra, dei movimenti, delle ong, e anche di parte delle Associazioni e della gerarchia della Chiesa cattolica, favorendo in pratica la sistemazione di chi compie abusi.

Considerata questa situazione non si può dunque sottovalutare il rischio che, in alcune aree del Paese, i movimenti di protesta possano trasformarsi in gruppi eversivi o antagonisti, come ammoniscono fonti d’intelligence. Un rischio concreto viste anche le sinergie che si sono instaurate tra i vari movimenti su scala nazionale. Per questo prefetti e forze dell’ordine dovranno stare con le antenne ben alzate, in modo da poter monitorare fin dall’inizio rischi di questo tipo che, in alcune città (Torino e Firenze per esperienza personale), possono sempre eclatare.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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