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Migranti: occupazioni abusive, a Roma si pagava l’affitto a chi le aveva organizzate

La reale saldatura fra centri sociali e migranti emerge chiaramente anche dagli ultimi sviluppi delle indagini condotte dalla Digos, su input della procura della Repubblica di Roma. Si stanno scoprendo sempre maggiori elementi che dimostrano l’esistenza di un’organizzazione che gestiva la riscossione degli affitti nel palazzo occupato di Via Curtatone a Roma. E che fanno supporre che analoghe situazioni esistano in altre simili realtà in Italia, soprattutto nel Centro – Nord.

Come risulta da un documentato articolo pubblicato sul Messaggero, a cura di Adelaide Pierucci e Valentina Errante (quest’ultima risulterebbe aver ricevuto minacce per la sua inchiesta giornalistica), «il palazzo sgomberato era diventato alloggio per famiglie di rifugiati e bed e breakfast per gli ospiti di passaggio. Gli addetti alla reception che si davano il cambio dietro ai pc per la registrazione, gli stranieri di passaggio consegnavano dieci euro per una notte. Durante le fasi di sgombero sono stati trovati dei foglietti e ricevute con tariffe anche giornaliere. Le ricevute testimoniano il giro di affari. Ne sono state trovate a centinaia. Datate anche 2015 e 2016 quando per il palazzo era già stato firmato il decreto di sequestro preventivo e un blitz per lo sgombero poteva essere considerato prevedibile in ogni momento. Quale fosse il contributo dei “residenti”, che per quattro anni hanno trovato alloggio, non è ancora chiaro. Saranno gli accertamenti della Digos sui computer, recuperati nel corso di una perquisizione che continuerà anche nei prossimi giorni, a stabilirlo. Di certo alcune stanze erano destinati agli ospiti fissi, altre a quelle di passaggio».

Il giorno dello sgombero di ricevute ne sono stati trovate a decine, nei cassetti e nelle credenze. Ogni ospite di passaggio conservava la sua. Alcune sono state recuperate dalla Se.A., la società incaricata di gestire il palazzo per la proprietà, il Fondo immobiliare Omega. Il badge degli ospiti residenti, autorizzate dal fantomatico comitato interno, offriva pure l’opzione subaffitto. Con la tessera si poteva autorizzare anche un delegato (così riporta il badge), ossia un esterno, sempre con foto e numero di permesso di soggiorno allegati.

Questa è la situazione romana, quale sta venendo fuori dagli accertamenti giudiziari, anche se episodi analoghi erano stati evidenziati in passato dalla stessa magistratura romana. Al cui esempio i colleghi di altre città, Firenze compresa, dovrebbero ispirarsi per cominciare a far luce sulle situazioni delle occupazioni abusive. IlMattino di Napoli, oggi in edicola, riporta la situazione nelle maggiori città, secondo la quale, a Firenze, ci sarebbero 579 alloggi popolari occupati abusivamente e 79 edifici occupati. Alle Forze dell’ordine e alla magistratura la verifica di quanto affermato dal quotidiano partenopeo e la decisione sugli interventi conseguenti.

Ma intanto, con le ultime direttive che Minniti si prepara ad emanare, confortato dal buonismo di molte associazioni, partiti, sindaci e regioni, i somali che occupano abusivamente l’immobile dei gesuiti in Via Silvio Spaventa stanno dormendo sonni tranquilli. Se non si troverà una idonea soluzione alternativa, niente sgomberi, come dire un premio all’illegalità.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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