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Stupro di Rimini: preso un nigeriano, dopo la confessione dei 2 marocchini. Si cerca il quarto

L’arrivo nel posto di polizia del terzo componente del branco

RIMINI – Tre su quattro ricercati sono in mano alle forze dell’ordine. Sono giovanissimi i componenti della banda ricercata da una settimana per la duplice violenza sessuale a Miramare di Rimini. Due si sono costituiti, il terzo è stato fermato dallo Sco. Due fratelli marocchini, 15 e 16 anni, si erano presentati nel pomeriggio di sabato 2 settembre ai carabinieri di Montecchio di Pesaro, dicendo di far parte del gruppo che la sera del 25 agosto ha stuprato una turista polacca di 26 anni, picchiato l’amico suo coetaneo e poco dopo violentato una prostituta transessuale peruviana.

«Siamo stati noi», avrebbero detto i due ragazzi prima di essere trasferiti a Rimini per l’interrogatorio in Procura alla presenza del Pm che coordina le indagini e di un magistrato della Procura per i minorenni di Bologna. In seguito gli uomini del Servizio centrale operativo della Polizia di Rimini hanno preso anche il terzo membro del gruppo. Ora si cerca il quarto.

I due fratelli avrebbero deciso di presentarsi dopo la diffusione sui media dei video acquisiti dalle telecamere di sorveglianza della zona dello stupro, che avevano consentito agli investigatori di conoscere il volto dei ricercati, riconosciuti dalle vittime. Si sono sentiti messi alle strette e si sono consegnati. Del giovane branco farebbero parte anche un altro minorenne, di origini congolesi, e un nigeriano. La diversità delle etnie spiegherebbe in ogni caso perché fra di loro i violentatori sono stati sentiti parlare in italiano dalle vittime.

I fratelli marocchini, residenti a Vallefoglia, nel Pesarese, sono stati sentiti per formalizzare il loro primo racconto, ma anche per approfondire tutti i dettagli della storia e presumibilmente anche per ricostruire il ruolo delle persone coinvolte. Dichiarazioni che dovranno essere vagliate: avrebbero ammesso il loro coinvolgimento, ma non si sa se si siano addossati la responsabilità oppure se abbiano cercato di scaricarne soprattutto sui due presunti complici, il nigeriano e il congolese, anche loro residenti a Vallefoglia o comunque gravitanti in zona.
Proprio la presenza di due giovani centrafricani getta nuova luce su un’aggressione in spiaggia a Pesaro, avvenuta il giorno dopo quella di Rimini. Anche in quel caso una coppietta che si era appartata nella spiaggia del Sacro Cuore, su un lettino, era stata circondata da tre uomini, che i ragazzi hanno descritto di colore. In pochi attimi, i tre hanno rapinato i cellulari della coppietta tentando di inseguire i ragazzi, che nel frattempo erano scappati urlando.

«Se colpevoli, minorenni o no, castrazione chimica e poi a casa loro!», è la posizione espressa dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini, che ha commentato così le prime notizie sull’individuazione dei presunti stupratori. Il sindaco del paese dove risiedono i ragazzi parla di fulmine a ciel sereno. E di una comunità tranquilla e laboriosa, con poco più di 15 mila abitanti, ma il 40% non autoctono. «Gli stranieri – dice – vengono da tutte le province del mondo e sono circa il 12%-13%, ma non abbiamo mai avuto problemi d’integrazione».

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