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Livorno, maltempo: nella valutazione del rischio qualcosa non ha funzionato, l’allerta era arancione

Maltempo Livorno 3 1

Il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, lo ha fatto capire chiaramente, anche se poi ha fatto parziale marcia indietro, visto che le richiesta di dichiarazione di calamità naturale deve passare attraverso la regione Toscana. Ma anche a me è sembrato subito evidente che l’allerta arancione diffuso dalla sala operativa regionale alle ore 13,56 del 9 settembre si sia manifestato chiaramente inadeguato rispetto a quanto è poi successo. Anche se ormai le bombe d’acqua sono quasi all’ordine del giorno e cittadini e autorità dovrebbero essere quasi abituati a tali eventi.

Nel caso di specie, a seguito di una perturbazione tempestivamente segnalata, ma sottostimandone gli effetti, a Livorno un appartamento posto in un sottosuolo più basso del livello della strada, e dunque invaso completamente dall’acqua, si è rivelato una trappola mortale per una famigliola di 5 persone: quattro sono morte e una sola, una bambina, si è salvata grazie al nonno eroe che l’ha messa al sicuro per poi tornare indietro a prendere l’altro nipotino, rimanendo a sua volta intrappolato. Questo nonno (si chiamava Roberto Ramacciotti) merita di essere ricordato, magari con l’attribuzione di una medaglia alla memoria.

Adesso è il momento dei soccorsi, ma è bene forse richiamare quali siano le responsabilità in questi frangenti, visto che i magistrati, chiamati a valutare la situazione comodamente a posteriori e dalla loro poltrona, non sempre possono acquisire conoscenza dei meccanismi amministrativi. Si affidano spesso ad esperti universitari, bravissimi nello sceverare questioni tecniche, un po’ meno quando si tratti di dipanare competenze e procedure. E immancabilmente, per abitudine atavica, fanno ricadere le colpe su prefetti e sindaci. E’ ben vero che il compito di allarmare la popolazione spetta in primo luogo al sindaco e poi al prefetto, ma è anche vero che queste due autorità debbono essere poste in grado di valutare correttamente il rischio dai servizi tecnici regionali, ai quali spetta il compito della previsione e di stabilire il livello di pericolosità dell’evento. Ove questa previsione sia fallace, a lume di diritto e di logica, la responsabilità ricade sulla regione, il cui giudizio e le cui indicazioni possono trarre in inganno le autorità che poi decidono. Come sembra essere avvenuto nel caso di specie.

Vista la mala parata l’ufficio regionale di protezione civile ha accampato scuse vergate in perfetto stile burocratico, tese a scaricare la responsabilità sul comune, in vista dell’inchiesta penale che accerterà le responsabilità per i sei morti di Livorno. Resta il fatto essenziale: l’allerta arancione non è sembrata tale da mettere in guardia i comuni e i cittadini contro un rischio mortale. La regione Liguria, prevedendo danni gravi, aveva lanciato prudenzialmente l’allerta di livello rosso, al fine di mettere sull’avviso massimo comuni e cittadini, come è puntualmente avvenuto. Se poi gli eventi sono stati di livello minore e le misure consigliate si sono dimostrate praticamente inutili, si è trattato però comunque di un’utilissima opera di prevenzione.

Per capire meglio il problema facciamo una rapida cronistoria, arricchendola con documentazione inconfutabile, presa dai siti della protezione civile regionale toscana.

Cominciamo da quel 9 settembre, quando, alle ore 13,56, la sala operativa della Protezione civile regionale aveva emesso un avviso di criticità per tutta la Toscana, codice arancione, a partire dalla mezzanotte di oggi fino alle 24 di domenica 10 settembre, avviso poi ripetutamente confermato, ma sempre mantenendo il livello arancione. Questo il testo: «A causa di una perturbazione atlantica che attraverserà la regione, sono attesi forti precipitazioni e temporali, con possibili rischi di carattere idraulico sui corsi d’acqua maggiori e idraulico e idrogeologico sul reticolo minore. I fenomeni interesseranno inizialmente le aree nord-occidentali (notte di sabato e di domenica), per poi estendersi a tutte le altre aree, con tendenza, nella giornata di domani, ad interessare maggiormente i bacini centro-meridionali e orientali. Le precipitazioni potranno risultare localmente molto intense e persistenti. La Protezione civile raccomanda di fare attenzione all’aperto, in particolare in presenza di alberi e strutture temporanee o pericolanti e nei centri urbani. E invita a guidare con attenzione, in particolare sui tratti esposti alla caduta di piante e sassi. Per informazioni più dettagliate sui rischi e le norme di comportamento da tenere in occasione di tali fenomeni consultare la pagina www.regione.toscana.it/allertameteo/.»

La protezione civile e il Lamma (il servizio di previsioni meteorologiche) hanno poi precisato che l’allerta arancione vale per i rii minori, quello rosso solo per l’Arno e il Serchio, e che non era prevedibile una persistenza così prolungata della pioggia sul territorio di Livorno. Difesi a spada tratta dall’assessore regionale Fratoni, che ha richiamato Nogarin (M5S) a non innestare altre polemiche, citando l’esempio del Comune di Pisa (Pd), che aveva adottato alcune misure come i messaggini a una parte della popolazione. Spostando così la polemica sul piano politico.

Il Sindaco Nogarin infatti si è subito lamentato di questo livello di allerta, non appena constatati i gravi danni: «È presto per fare un bilancio sul numero delle vittime: cinque sono quelle accertate, ma il numero purtroppo è destinato a salire. Noi avevamo uno stato di emergenza arancione – ha aggiunto -, quello rosso era previsto in Liguria, quindi non eravamo in grado di prevedere quello che è successo».

Dallo stesso sito della protezione civile regionale traiamo gli elementi per giudicare, premesso che la gestione del sistema dell’allerta e la sua valutazione è di stretta competenza delle regioni. Vi si legge: Il sistema di allertamento serve a segnalare preventivamente eventi potenzialmente pericolosi, a attivare i soggetti istituzionali competenti, a mettere in atto misure protettive, ove previste dai piani di protezione civile;

Sistema

Nel sito sono indicati rischi e norme di comportamento da seguire anche da parte dei cittadini;

Rischi
Sono indicati 4 livelli di allerta, ciascuno di un colore, con i relativi livelli di pericolo (molto pericoloso, quindi mortale, corrisponde al rosso). In questa sezione non si fa riferimento al diverso livello dei fiumi e torrenti, ma solo, giustamente, al livello di previsto pericolo, che può essere indipendente dalla grandezza del corso d’acqua. Il livello arancione fa riferimento a fenomeni pericolosi per cose e persone, mentre il livello rosso a fenomeni molto pericolosi, e la differenze è evidente e sostanziale. Quindi la giustificazione accampata dagli organismi regionale non regge:

Allerta1
Per domenica 10 settembre era indicato nella cartina regionale il livello arancione sia per il rischio idraulico, sia per il rischio temporali, sia per il rischio idrogeologico.

Allerta

In questa situazione quindi né il sindaco nè il prefetto di Livorno, che non dispongono di organismi tecnici di valutazione del rischio, potevano intervenire preventivamente per avvisare la popolazione o ordinare l’evacuazione di locali o zone pericolose, per mancanza di idonee indicazioni dell’organismo tecnico competente. Questo è quanto. E’ una storia che si ripete ogniqualvolta succedono disastri e purtroppo muoiono persone innocenti. La magistratura va alla ricerca del responsabile, ma dovrebbe consultarsi con persone preparate dal punto di vista non solo scientifico, ma anche ordinamentale e amministrativo. Cosa che non sempre, anzi direi quasi mai, accade.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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