Pensioni, tavolo: posizioni di sindacati e Governo divergono sempre più
ROMA – Si allontana la possibilità di un accordo sulla fase due della previdenza: i sindacati hanno chiarito al Governo le loro richieste sulle pensioni dei giovani e delle donne insistendo in particolare sulla necessità di congelare l’aumento dell’età pensionabile nel 2019 a 67 anni collegato all’aumento dell’aspettativa di vita, ma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, pur dando disponibilità a valutare le proposte ha parlato di sentiero stretto per quanto riguarda le risorse. Nulla di fatto quindi al momento e nuovo momento di confronto da fissarsi a inizio ottobre, dopo la presentazione del Def e dopo il G7 sul Lavoro a Torino.
Ci hanno illustrato le loro proposte e si sono impegnati a mandarcele – ha detto Poletti. Noi valuteremo la platea e i
costi degli interventi tenendo conto dei vincoli di bilancio. Il sentiero – ha aggiunto citando il ministro dell”Economia, Pier Carlo Padoan – è stretto.
Per i sindacati le proposte avanzate negli incontri scorsi dal Governo sono largamente insufficienti, a partire da quella
fatta sull”accesso alle donne all’Ape social (con la riduzione di 6 mesi di contributi necessari ad arrivare al minimo per ogni figlio fino a un massimo di due anni). «Il sistema deve riguardare tutte le lavoratrici – ha detto il numero uno della
Cgil, Susanna Camusso – e deve essere molto più significativo di quello proposto. Quanto ai giovani – ha spiegato – non basta quanto ha proposto il Governo perché si tratterebbe di un assegno assistenziale ma piuttosto bisognerebbe intervenire sul metodo di calcolo contributivo per valorizzare i periodi di formazione e di disoccupazione non coperti da contribuzione. Non ci sembra ragionevole – ha concluso costruire un sistema che avrà tante pensioni povere».
Furlan ha chiesto al Governo di rispettare gli impegni affrontando la seconda parte della discussione sulla previdenza
così come è stata affrontata la prima in tutti i suoi aspetti.
“Chiediamo il congelamento dell”aspettativa di vita – ha detto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo,
l’innalzamento automatico rischia di essere dirompente, l’ennesimo danno dopo la legge Fornero”.