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Giudici di pace: nuovo sciopero dal 2 al 6 ottobre contro la riforma Orlando

ROMA – Non si ferma la protesta dei giudici di pace e dei magistrati onorari, ormai in sciopero da quasi un anno. Nella settimana dal 2 al 6 ottobre è stato proclamato un nuovo sciopero unitario dell’intera categoria, che bloccherà il 60% dei processi attualmente gestiti dai giudici di pace e dai magistrati onorari di tribunali e procure.

Questo Governo sta cancellando la Giustizia in Italia, afferma in una nota l’Unione nazionale giudici di pace, con leggi che mirano esclusivamente a bloccare i processi e impedire ai cittadini l’accesso alla Giustizia. La riforma della magistratura onoraria, che raddoppia i carichi di lavoro dei giudici di pace e dei magistrati onorari nei tribunali e nelle procure, ma ne vieta l’utilizzo per più di 2 giorni alla settimana, dilaterà a tal punto la durata già irragionevole dei processi dal dissuadere chiunque ad intentare una causa.

«Continua così, con l’assenso inconsapevole dell’Anm, l’opera di privatizzazione della Giustizia, che – rileva ancora l’Unione nazionale giudici di pace – da funzione pubblica suprema è destinata a trasformarsi in un mercato privato di lobby e grandi imprese che controlleranno quelli che, con ipocrisia, questo Governo chiama strumenti alternativi al processo, a scapito dei cittadini che si vedranno preclusa ogni possibilità di far valere i propri diritti dinanzi a un giudice terzo e indipendente. Nel frattempo – continua la nota – avanzano spedite le procedure dinanzi alle più alte Istituzioni europee: la questione dei magistrati onorari italiani è all’esame finale della Commissione Europea e del Parlamento Europeo, che il 22 novembre assumeranno le loro determinazioni in sede di Commissione per le petizioni e non potranno che prendere atto che tutte le raccomandazioni rivolte al Ministro Orlando sono state disattese. Contemporaneamente la Corte di Giustizia Europea, ove pende una pregiudiziale per violazione delle direttive comunitarie sul lavoro a scapito della magistratura onoraria italiana, ha assegnato al Governo italiano – conclude – un termine perentorio per difendersi».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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