Strasburgo: per giudicare Berlusconi la Corte europea chiede lumi alla Commissione di Venezia
STRASBURGO – La Corte di Strasburgo, dove il 22 novembre si terrà l’unica udienza per il ricorso che Silvio Berlusconi ha presentato contro l’Italia per la fine del suo mandato di senatore e l’incandidabilità dovute all’applicazione della legge Severino, si prepara a decidere e, nel suo lavoro di raccolta di elementi utili, ha domandato alla Commissione di Venezia, organo di esperti costituzionalisti del Consiglio d’Europa, di esprimersi su quali sono le vie di ricorso minime che uno Stato deve garantire in una procedura di perdita del mandato elettivo.
Il testo, in gergo tecnico amicus curiae, è un documento che non difende gli interessi delle parti in causa ma deve aiutare i giudici fornendo loro informazioni e elementi utili per decidere di un caso. Il documento, specificano dunque a Strasburgo, non entra in alcun modo nel merito della fondatezza o meno delle violazioni che Berlusconi afferma di aver subito. Nel documento, che che sarà adottato il 7 ottobre ma reso pubblico solo il 9 dopo essere stato trasmesso alla Corte di Strasburgo, la Commissione di Venezia dirà quali sono, secondo i suoi esperti, le garanzie indispensabili e raccomandabili che un Paese deve fornire a chi è sottoposto a una procedura di perdita di mandato elettivo.
La Commissione europea per la Democrazia attraverso il Diritto, nota come Commissione di Venezia, dal nome della città in cui si riunisce, è un organo consultivo del Consiglio d’Europa. Istituita nel 1990, la Commissione ha svolto un ruolo chiave nell’adozione di costituzioni conformi agli standard del patrimonio costituzionale europeo. La Commissione è composta da “esperti indipendenti di fama internazionale per la loro esperienza nelle istituzioni democratiche o per il loro contributo allo sviluppo del diritto e della scienza politica” (art.2 dello Statuto).
I membri (cliccando si può consultare l’elenco impressionante) sono in particolare professori universitari, di diritto costituzionale o di diritto internazionale, giudici di corti supreme o costituzionali, e alcuni membri di parlamenti nazionali. Essi sono designati, per quattro anni, dagli Stati membri della Commissione ma agiscono in piena autonomia e indipendenza. Dal dicembre 2009 il presidente della Commissione è Gianni Buquicchio.