Sicurezza nei tribunali: primo presidente e procuratore generale della cassazione lanciano l’allarme
ROMA – Lo stato di salute dei tribunali italiani sul piano della sicurezza è gravissimo. A lanciare l’allarme sono i vertici del sistema giudiziario, il primo presidente e il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Canzio e Pasquale Ciccolo, mentre il Csm valuta di aprire una pratica per fare un monitoraggio e presenterà proposte ad hoc.
I tempi sono maturi per un impegno propositivo, dichiara il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini. Mentre via Arenula assicura: L’attenzione del Ministero della Giustizia rimane da tempo molto alta. E annuncia che è già stato fissato per la prossima settimana un incontro fra i vertici del ministero e lo stesso Legnini.
A rilanciare la discussione, quanto accaduto a Perugia il 25 settembre, quando un uomo ha accoltellato due giudici delle sezioni civili e un impiegato amministrativo. Proprio oggi, tra l’altro, il Csm ha votato il nuovo presidente del tribunale del capoluogo umbro, nominando Mariella Roberti.
Nei giorni scorsi un episodio diverso, ma comunque spia di malfunzionamenti delle strutture, è accaduto a Roma, dove la pm Simona Maisto è rimasta ferita per la rottura di un ascensore. L’episodio più grave resta quello accaduto nell’aprile 2015 a Milano, dove un uomo condannato per bancarotta entrò armato in tribunale e uccise tre persone. Canzio, che allora guidava la Corte d’appello di Milano, quel giorno era lì. Temo che episodi del genere si possano ripetere, ha detto oggi al plenum del Csm. Il problema va affrontato con rigore, saggezza, freddezza: si riportino le forze dell”ordine dentro i palazzi di giustizia. Poi si è rivolto al ministero della Giustizia, perché non basta aver rivisto le competenze affidando nuovi compiti gestionali ai capi degli uffici giudiziari; bisogna garantire supporto finanziario, strumentale e personale qualificato. I pericoli maggiori – ha spiegato Ciccolo – «non sono per i magistrati del penale, ma per quelli del civile, del fallimentare, del diritto di famiglia. E questo perché la gente è esasperata, c’è chi da 15 anni aspetta una dichiarazione di fallimento».
C’è anche chi è esasperato da sentenze singolari, e su questi aspetti forse i magistrati dovrebbero fare una seria riflessione e talvolta un mea culpa. Il problema esiste ed è gravissimo.
«Dopo gli eventi di Milano – ha ricordato – il ministro convocò riunioni straordinarie sulla sicurezza. Ed emersero situazioni gravissime, con la quasi totalità dei palazzi di giustizia italiani privi di tutela. In molti palazzi le strutture erano tali da non consentire i controlli». Ora il Csm, come annunciato da Legnini e da Claudio Maria Galoppi, presidente della settima commissione che sta ultimando una risoluzione sul tema, intende farsi carico del problema e avviare un monitoraggio.