Manovra: nuovi stanziamenti (2,6 miliardi) per contratto statali e istruzione
ROMA – Spunta l’ipotesi di inserire in manovra una norma per salvare il bonus da 80 euro che gli statali tra i 23 e i 26 mila euro di reddito rischiano di perdere – in tutto o in parte – per gli aumenti contrattuali. Una mossa però che porterebbe a una disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e quelli privati: questi ultimi infatti quando superano la soglia di reddito perdono immediatamente il bonus voluto dal governo Renzi. Questa comunque potrebbe essere la soluzione più semplice al problema di quei lavoratori della Pa che vedrebbero vanificato l’aumento di 85 euro, una misura che in tutto costa alle casse dello Stato 1,6 miliardi. L’altra opzione allo studio è invece quella di aumentare le risorse da destinare ai contratti, per rialzi medi che salirebbero a 89-90 euro circa.
Anche il Ministero dell’Istruzione batte cassa e chiede interventi per circa 1 miliardo. Tra quelli più consistenti c’è quello che riguarda i presidi: 95-100 milioni per avviare l’equiparazione delle loro retribuzioni a quelle degli altri dirigenti della pubblica amministrazione. Altro tassello importante è il varo di un piano straordinario di assunzione per circa 6.000 Ata (personale amministrativo ma anche bidelli). Si chiede anche lo sblocco delle supplenze e interventi relativi al prossimo concorso per dirigenti amministrativi. Sul fronte dell’università il Miur chiede la stabilizzazione di circa 1.500 ricercatori di tipo B (oltre 800 negli atenei, il resto negli enti di ricerca) e norme per rimodulare gli scatti dei docenti.