Vaticano: preti a scuola di messa, rispettando l’adorazione e il silenzio
ROMA – Preti a scuola di celebrazione, o meglio di Ars celebrandi. Partendo dagli appelli di papa Francesco a riappropriarsi della serietà nel celebrare la messa, rispettando l’adorazione e il silenzio, la Pontificia Università della Santa Croce dà vita ad un corso per preti di Ars celebrandi che riunirà sacerdoti da tutto il mondo, per tre mesi, a partire dal 17 ottobre. Un po’ la fretta che accomuna le giornate dei religiosi come dei laici, un po’ la mancanza di formazione dei fedeli, fatto sta che, per dirla con don Juan Josè Silvestre – docente di Teologia liturgica nell’università pontificia e organizzatore del corso – deve ritornare serietà nella celebrazione.
IL SILENZIO – Anche il silenzio è indice di bon ton. Tema centrale di cui ci parla spesso il Papa – osserva il docente – è quello dell’adorazione. Complice la fretta nel celebrare, c’è una assenza di silenzio durante le celebrazioni. Dobbiamo riappropriarcene, cercando di capire l’importanza dell’adorazione: la liturgia non deve ridursi a ritualismo, ma deve includere la vita. Da qui l’ideazione del corso che, anche nei precedenti anni, ha raccolto parecchie adesioni. A scuola di celebrazione verranno dati anche consigli pratici, non si farà pura teoria. Già – sottolinea padre Silvestre – alla liturgia si deve andare senza orologio o si perde il senso di una fruttuosa celebrazione eucaristica.
I FEDELI – L’organizzatore dei corsi punta il dito anche sulla mancanza di formazione dei fedeli: Tante volte sono ben disposti alla celebrazione, ma altre volte… Tra chi arriva in ritardo in chiesa e il vuoto formativo, la celebrazione rischia di essere povera. Ecco la necessità di recuperare il senso del sacro: il celebrante può aiutare a riempire il vuoto di formazione.
RITI DI CONGEDO – I riti di congedo – sottolinea Silvestre – non devono perdere il senso del mistero. Spesso il sacerdote dà troppi avvisi in chiesa, si perde in comunicazioni burocratiche. Gli appuntamenti sono previsti, d’accordo, ma bisogna incoraggiare i fedeli a prolungare la messa anche nella vita quotidiana e dunque non ci si può dilungare con un elenco di appuntamenti. Occorre razionalizzare.