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Firenze: al Teatro del Maggio vola sicura «La rondine» di Puccini

La Rondine
La scena del ballo da Bullier nel secondo atto de «La rondine» di Puccini in scena al Maggio

FIRENZE – Smagliante apertura di stagione lirica invernale per il Teatro del Maggio, gremito anche in platea per la prima assoluta a Firenze della «Rondine» di Giacomo Puccini.

L’opera un po’ anomala del grande compositore, non agevolissima da rappresentare in modo credibile, è stata accolta calorosamente dal pubblico, con molti applausi per tutto il cast, specie per la protagonista Ekaterina Bakanova, dotata di bella voce e buona presenza scenica, oltre che per il Coro e l’Orchestra del Maggio, smaglianti come sempre sotto l’accurata direzione di Valerio Galli (si sentiva che c’era dietro un buon lavoro in fase di prova). Bene anche Matteo Desole (Ruggero) e la coppia parallela alla principale formata da Hasmik Torosyan (Lisette) e Matteo Mezzaro (Prunier).

In questo nuovo allestimento dove tutto è stato fatto in casa dal Maggio, regia, scene, costumi e luci sono firmate da Denis Krief, che ha fatto rendere al massimo i mezzi certo non larghissimi a disposizione del teatro; il risultato è uno spettacolo di livello, con allestimento nel complesso elegante e coerente, gradevole da vedere, oltre che da ascoltare. L’attualizzazione del vestiario, anche se appiattisce le distinzioni di ceto che all’epoca gli abiti rivelavano a prima vista, non annulla il rigore filologico con cui il regista, profondo conoscitore di Parigi e della Francia (anche se a prima vista non sembra, è una foto d’epoca del cuore della città, quella di sfondo al primo atto, e sono veri ciottoli della Costa Azzurra quelli della foto del terzo atto) ha seguito la vicenda di quest’opera, quasi una parodia della «Traviata» con una vasta gamma di infiltrazioni e contaminazioni. Brillante, con movimenti delle masse guidati con mano sicura, il secondo atto ambientato da Bullier, il locale frequentato da più strati sociali dove davvero la serva avrebbe potuto incontrare la padrona anche se non fosse stata in incognito.

La versione è quella del 1917, col finale che Puccini aveva scritto in prima istanza, apprezzatissimo nella regione in cui è ambientato l’ultimo atto e molto meno alla prima rappresentazione italiana. Ma ormai il pubblico locale è più che maturo per non restar deluso dall’assenza di una vera tragedia.

Come ai vecchi tempi, c’era fuori il red carpet su cui sono passati sindaco e vicesindaca, oltre a qualche ospite in vista come Vittorio Sgarbi; ben rappresentate le autorità locali.

Repliche venerdì 20 ore 20, domenica 22 ore 15,30, mercoledì 25 ottobre ore 20.

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