
Firenze, turista morto in Santa Croce: tre avvisi di garanzia. Anche presidente Opera

FIRENZE – Sono tre gli avvisi di garanzia notificati dalla procura di Firenze ai vertici dell’Opera di Santa Croce per la morte del turista spagnolo colpito dall’alto da un frammento di pietra staccatosi all’interno. Lo riferisce l’Ente, precisando che risultano avvisati il presidente Irene Sanesi, il segretario generale dell’ente, Giuseppe De Micheli, e il responsabile tecnico, Marco Pancani. L’inchiesta è per omicidio colposo. Secondo quanto precisa la procura, si tratta di atto dovuto in vista dell’autopsia, decisa nel pomeriggio.
Intanto la famiglia del turista spagnolo Daniel Testor Schnell, ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo che eventualmente si terrà sulla vicenda. Lo ha annunciato, parlando
con i cronisti nel pomeriggio davanti alla chiesa, il cognato della vittima, l’avvocato Juan Josè Aizcorbe. «Ci costituiremo parte civile in giudizio – ha detto il parente, che era insieme alla console spagnola e ad altri due congiunti – Ci sono da individuare le responsabilità, di chiunque siano. Si è spezzata una vita di una persona che stava nella sua pienezza, con tre figli, e questa è una disgrazia; speriamo che ci sia una giustizia giusta». E ancora: «E’ successa una disgrazia: ieri c’è stata la distruzione di una famiglia, la perdita di un padre e un marito magnifico. A casa ci sono tre bambini che aspettano il loro padre. Daniel e Cristina erano qua per il loro 24/o anniversario di matrimonio: erano già stati a Firenze in cinque occasioni, lei è laureata in storia dell’arte. Un giorno felice si è trasformato in una tragedia; ed è stato proprio Daniel a dire a Cristina di entrare in chiesa: lo hanno fatto, poi lei ha sentito un tonfo e Daniel era a terra, esanime. Stiamo aspettando l’autopsia – ha aggiunto il parente – ma sappiamo che i protocolli sono lenti. Abbiamo fede nella giustizia. Ora è un momento molto complicato. Spero che questa disgrazia serva in Italia e Spagna per migliorare la conservazione dei monumenti che sono fondamento della nostra storia comune. Adesso possiamo solo soffrire in silenzio».