
Inchiesta superstraordinari Asl Firenze: direttore generale Morello «vicino a dipartimento prevenzione»

FIRENZE – Il direttore generale dell’Asl di Firenze, Giuseppe Morello Marchese, ha dichiarato agli operatori della prevenzione, igiene e profilassi sui luoghi di lavoro, «vicinanza e solidarietà, rispetto nel lavoro della magistratura e nuove procedure che si concentrino più sugli obiettivi di salute piuttosto che sulla sola repressione». I dipendenti dell’Asl hanno ricevuti gli avvisi della magistratura per la vicenda dei cosiddetti superstraordinari. I sindacati sono al loro fianco. Morello li ha rassicurati sull’attenzione dell’Azienda alla vicenda giudiziaria che li vede coinvolti.
Lo riporta un comunicato della Asl che fa riferimento all’inchiesta della procura di Firenze che, a vario titolo, accusa di falso e truffa oltre un centinaio di professionisti, tra infermieri, tecnici, medici e ingegneri del Dipartimento aziendale di prevenzione del lavoro. Presenti anche i direttori del Dipartimento di prevenzione, Renzo Berti, e del dipartimento dei Servizi tecnico sanitari, Giuseppe Nottoli. Il direttore generale, prosegue il comunicato, «ha sottolineato che qualsiasi iniziativa intrapresa dall’Azienda Sanitaria sarà sempre attivata nel rispetto del lavoro di accertamento della Magistratura che è in corso. Elemento comune, emerso nel confronto, è che l’inchiesta coinvolge sostanzialmente la totalità degli operatori che, per svolgere le loro funzioni ispettive, utilizzavano procedure che possono aver indotto involontariamente ad errori, in particolare con l’utilizzo di uno specifico programma informatico con il quale andava rendicontato il lavoro».
Per tale ragione, prosegue il testo, «gli operatori hanno chiesto all’Azienda Sanitaria un sostegno legale e, tale possibilità, ha assicurato il direttore generale, sarà verificata con gli uffici competenti. Saranno contestualmente oggetto di verifica le attuali procedure in uso, al fine di migliorarle e consentire a tutti gli operatori di poter proseguire con serenità nell’esercizio della loro delicata funzione».