Pensioni: Boeri critica le proposte dei sindacati e dei politici contrari all’innalzamento dell’età a 67 anni
ROMA – Il supponente prof. Boeri continua a svolgere un ruolo politico, che non gli compete, e invece di rimettere a posto i conti dell’Inps e di separare assistenza e previdenza, contesta le proposte avanzate da sindacati e partiti politici sul posticipo a 67 anni dell’età pensionabile. E accusa: «C’è solo una ragione per non adeguare l’età pensionabile alla speranza di vita: la prossima campagna elettorale». Non usa mezzi termini Tito Boeri, presidente dell’Inps, che mette in guardia sugli effetti di una controriforma sullo spread e critica i sindacati, che a suo avviso non difendono i salari ma ormai si battono solo per far aumentare la spesa pensionistica.
«Ci vorrà una legge, quindi una riforma pensionistica, anche solo per spostare l’adeguamento al 2018. Questa controriforma delle pensioni ci esporrebbe a grandi rischi in un momento di forti tensioni internazionali e di irrigidimento della politica monetaria. Ciò potrebbe provocare un forte aggravio dei costi del servizio del debito pubblico e un conseguente aumento dello spread. Ricordo che un punto in più di tasso di interesse sui nostri titoli di Stato costa circa 2 miliardi di euro all’anno. Adeguare l’età nel 2021 anziché oggi – evidenzia – costerebbe 140miliardi da qui al 2040».
A pagare il mancato adeguamento sarebbero i giovani: «sono i contributi degli attuali lavoratori che pagano le pensioni degli attuali pensionati. Più anni di vita senza adeguamento vogliono dire più pensioni da finanziare con le proprie tasche. Oggi la vita lavorativa media in Italia è di 31 anni, contro i 37 della media europea. L’età effettiva di
pensionamento è da noi di poco superiore ai 62 anni. Quindi di fatto stiamo innalzando l’età a 62 anni e 5 mesi. Se non lo si fa – avverte – saranno i giovani a dover andare in pensione a 75 anni, o ancora più in là. Per favorire chi ha minori probabilità di sopravvivenza, gli strumenti ci sono già: l’Ape sociale per esempio permette il prepensionamento a persone che svolgono lavori gravosi. Siamo pronti a mettere a disposizione le nostre banche dati e il lavoro dei nostri attuari per identificare le carriere lavorative con speranze di vita più basse».
Replica immediata di Susanna Camusso, segretaria generale Cgil: «Il presidente dell’Inps fa
un’operazione so tutto io e non dà i dati che servirebbero, questo è insopportabile. Boeri, oggi ci dà una notizia: ha i dati sulla speranza di vita nelle diverse professioni, dati che dovrebbe mettere a disposizione, rendere pubblici, trasparenti. Se facesse più il lavoro da presidente dell’Inps che intervenire nel dibattito politico contribuirebbe a darci
informazioni. Invece continua a fare numeri e lanciare strali privi di riscontro, di qualunque pezza d’appoggio, contrapponendo l’aumento dell’età pensionabile con i giovani, senza fornire una documentazione».