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San Giuliano di Puglia commemora i suoi bimbi morti per il terremoto. Ma le scuole sono ancora insicure

Il Consiglio regionale del Molise oggi ha celebrato la Giornata della memoria, in ricordo del dramma del terremoto di San Giuliano di Puglia (Campobasso) dove il 31 ottobre 2002, nel crollo della scuola Jovine, persero la vita 27 bambini e la loro maestra.
Ho vissuto personalmente quei momenti, subito dopo l’evento, quando il Governo mi mandò nel Molise come prefetto del Capoluogo per aiutare soccorsi e ricostruzione. Ma soprattutto per iniziare un lavoro di verifica delle strutture statiche delle scuole, visto che le scosse continuavano e sono continuate per molti mesi. Tanto che una struttura analoga a quella crollata a San Giuliano fu subito chiusa, in altro paese della provincia, per timori che succedesse un bis.
Dopo aver anche oggi rivolto una preghiera per quelli che giustamente furono chiamati gli Angeli di San Giuliano, mi sono chiesto, pur conoscendo già la risposta, a che punto sia il nostro paese in tema di sicurezza scolastica e quali siano stati i progressi realizzati anche con la sterzata che sembrava (sottolineo sembrava) aver dato il Governo Renzi con i programmi lanciati soprattutto quali spot pubblicitari, scuole belle, scuole sicure, la buona scuola. L’investimento fissato dal governo Renzi sull’edilizia scolastica fu però notevole (7,4 miliardi per un piano triennale), il più forte da molti governi in qua, ma i denari arrivati alle ditte che hanno proceduto ai lavori al 31 dicembre 2016 sono poco più di un decimo di quelli annunciati o stanziati, esattamente l’11,9 per cento.
Un’inchiesta dell’Espresso, che risale a giugno 2017 ma è ancora attuale, ci ha riportato alla dura realtà. Nonostante promesse e chiacchiere dei tanti Governi succedutisi dal 2003 ad oggi, in base ai dati sull’edilizia scolastica resi noti dal Miur, 9 edifici su 10 non sarebbero a norma antisismica. Il dato a livello toscano non è molto migliore: solo il 17,5% degli edifici rispetterebbe i criteri (parliamo di 473 scuole su 3578).
Il decreto sulle Norme tecniche per le costruzioni (NTC) è stato approvato dal Ministero delle Infrastrutture nel gennaio 2008. Il Governo, ma anche gli Enti locali che hanno competenza sulle scuole del primo e secondo ciclo, hanno avuto 10 anni per predisporre un piano di messa in sicurezza, ma a quanto pare questa non è stata considerata una priorità, visto che si pensa piuttosto a concedere lo ius soli agli extracomunitari.
Proprio sulla sicurezza degli edifici pubblici pesa ancora tragicamente – lo abbiamo rilevato all’inizio del nostro discorso – ciò che accadde in Molise. Il decreto del gennaio 2008, va precisato, si riferisce alla progettazione, cioè ai materiali e al modo in cui sono costruiti i nuovi edifici. Ma il decreto stabilisce parametri di sicurezza che dovrebbero essere garantiti anche su edifici già in essere, aspetto questo che sarebbe stato smentito dai dati del Ministero, proprio in relazione all’articolo pubblicato sull’Espresso nel giugno scorso.
Lo scenario presentato dalla recente elaborazione dei dati fatta dal settimanale citato è preoccupante: su 50.804 scuole pubbliche, ben 44.486 non rispettano le norme. E sono 2700 le scuole che si trovano in territorio con elevato rischio sismico.
TOSCANA – Un esame della situazione toscana, fatto da Gonews subito dopo la pubblicazione dei dati citati sull’Espresso, dimostra che nella nostra regione la situazione è migliore, anche se non dobbiamo certo fare salti di gioia perché resta bassa la percentuale degli edifici adeguati: solo il 17,54% degli edifici sarebbe a norma antisismica. La Provincia con il dato peggiore – secondo l’analisi citata – sarebbe Prato, con solo il 2,3% degli edifici antisismici (4 su 173), ma altrettanto negativo sarebbe il dato di Grosseto (3,8%), Livorno (5,8%) e Firenze (8,62%). Spicca in senso positivo a livello regionale, ma soprattutto nazionale, il caso di Lucca con il 73,28% degli edifici antisismici. Un dato che rappresenta un vanto a livello italiano.
Ecco lo specchietto relativo:
Come si vede c’è ancora molto da fare, ma ripetiamo che questa non viene considerata una priorità assoluta dalla politica locale e nazionale, almeno fino alla prossima tragedia (speriamo di no) quando tutti piangeranno lacrime di coccodrillo e spergiureranno ancora una volta che bisogna intervenire, e in fretta. Ma nel frattempo milioni di extracomunitari e di migranti saranno arrivati in Italia seguendo le rotte del Mediterraneo, avremo speso miliardi in accoglienza e assistenza, milioni di nuovi arrivati saranno diventati italiani grazie allo ius soli ed è questo che preme alla politica (in particolare Pd e presidenta Boldrini), sollecitata dalle periodiche invasioni di campo del Pontefice.

Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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