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Renzi, elezioni: intervista al giornale francese Obs, mi ispiro alla forza tranquilla di Mitterrand

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Renzi in visita a Parigi quando era premier

PARIGI – Sul giornale francese Obs in data odierna è uscita un’interessante intervista a Matteo Renzi il quale, dopo aver parlato dei meriti del presidente transalpino Emmanuel Macron, al quale ha detto di non dover insegnare nulla, si è dilungato sulla situazione politica nazionale. Riportiamo la quasi totalità delle domande e delle risposte, dalle quali emerge un Renzi meno spaccone di quanto appaia in Italia.

E’ significativo l’inizio dell’articolo, nel quale il giornalista, Claude Soula, mostra di essere ben al corrente delle cose italiane, ancor prima che gliene parli il rottamatore nostrano. Dice Soula: «Matteo Renzi è in posizione difficile in vista delle elezioni del 2018. Il Partito democratico è staccato dal M5S e dal centrodestra di Berlusconi».

Ecco domande e risposte sulla situazione italiana, anche in relazione alle recenti vicende della Catalogna:

Cosa occorre fare in Catalogna? L’Italia è minacciata a sua volta dal veneto e dalla Lombardia?

Non avevamo mai parlato del problema catalano a livello europeo! C’era già stato un grosso rischio con la Scozia ma non abbiamo valutato bene tutto ciò che potrebbe accadere altrove in Europ. Per l’Italia, non vedo alcun rischio separatista. Molti dei nostri cittadini chiedono un’organizzazione diversa dello Stato, si lamentano di tasse e di burocrazia e dobbiamo ascoltarli.

Lei è in una posizione difficile in vista delle prossime elezioni in Italia. Come lo spiega?

Il Partito Democratico, il partito della sinistra, è accreditato dal 25% al ​​30% dei voti nei sondaggi. Ovviamente questo score non è l’ideale, ma è migliore di quello che altri partiti di sinistra in Europa hanno ottenuto negli ultimi mesi, in Francia, nei Paesi Bassi, nella Repubblica ceca, dove tutti sono scesi al di sotto del 10%, ma anche in Germania, dove hanno registrato il loro livello peggiore dal dopoguerra.

Perché ha perduto il referendum nel 2016?

Quando sono diventato Primo Ministro la situazione economica era catastrofica. Abbiamo riformato molto, abbiamo creato un milione di posti di lavoro, ma abbiamo perso la seconda sfida, quella della ricostruzione istituzionale. Per queste elezioni spero che otterremo oltre il 40%, senza dover fare una grande coalizione con Berlusconi …

Ma come farà a combattere Berlusconi, visto che probabilmente sarà costretto dopo le elezioni a stringere alleanze con lui?

Ma non voglio fare alcuna alleanza con lui, voglio evitarlo a tutti i costi! Non sono utili grandi coalizioni in politica. Lo abbiamo visto in Germania. Io voglio fare un’alleanza di tutta la sinistra italiana, esaltando i valori del lavoro. Dobbiamo allo stesso tempo combattere l’austerità in Europa, è stato un errore della classe dirigente e occorre fare tutto il possibile per ridurre le tasse. So che quest’ultimo obiettivo non è giudicato di sinistra, ma in Italia la tassazione è molto alta.

Quali chance ha di riuscirvi?

Non sarà facile, ma possiamo farcela! Ci sono tre forze politiche importanti in Italia. I populisti del Movimento Cinque Stelle non hanno un’idea chiara dell’Europa. Vanno da un’alleanza con il fautore della Brexit, Nigel Farage, all’altra con i liberali federalisti di Guy Verhofstadt, è tutto dire … A destra non c’è maggior chiarezza: Matteo Salvini, il candidato di Berlusconi , è un amico stretto di Marine Le Pen e del populismo internazionale. Siamo il terzo polo e credo che nel mio paese ci sia una maggioranza silenziosa che pensa che sia meglio scommettere sulla solidità. Il nostro slogan per le elezioni dovrebbe essere ispirato a quello del 1981 di Mitterrand: «La forza tranquilla. »

Questo è il futuro della sinistra in Italia, lei è dunque ancora uomo di sinistra?

Credo negli ideali della sinistra, anche se non sono della sinistra tradizionale e non vengo dal PC. Mi sono ispirato a Kennedy, Clinton e Obama, agli ideali di Mitterrand, Willy Brandt, ma anche a quelli di Tony Blair e della nuova sinistra. Ma oggi non si tratta di ideologia, ma di risolvere i problemi dei cittadini, di dare il primato alla politica e non ai tecnocrati.

Fin qui l’intervista, dalla quale emerge la figura di un Renzi fiducioso di farcela, che vuole combattere i populismi interni e riunire la sinistra. Molto onestamente riconosce che da noi non esiste un problema separatismo come in Spagna, ma poi, forse involontariamente, si dà la zappa sui piedi confessando che in Italia le tasse sono ancora troppo alte, dopo aver affermato per anni di essere riuscito, per primo, a ridurle.

E infine, per essere più convincente, azzarda due affermazioni non molto fondate: non sembra proprio che Salvini possa essere il candidato di Berlusconi, mentre sarà molto difficile che lui riesca a riunire tutta la sinistra in modo da arrivare al 40%. Ma di buone intenzioni è lastricato l’inferno.

Per i pochi che ancora conoscono il francese alleghiamo l’intera intervista in originale: OBS


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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