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Italia, disastro mondiale 2018: Ventura si scusa ma non si dimette. Lasciano Buffon, Chiellini, De Rossi, Barzagli

Il ct azzurro Giampiero Ventura

MILANO – Mi scuso con gli italiani, ma non mi sono dimesso: dovremo fare molte valutazioni. L’unico contropiede azzurro riuscito nella notte più buia della nazionale è quello di Gian Piero Ventura, che si prende le responsabilità tecniche del fallimento ma non lascia il suo incarico. Dopo 90′ di cuore e poco piu’, la lunga notte del calcio italiano si consuma nello spogliatoio di San Siro. Ora servono 48 ore di riflessione, filtra dalla Federcalcio, una pausa che va da Tavecchio in giù, per tutta la federcalcio. Troppi stranieri, ecco il risultato, dice subito Matteo Salvini, rispolverando le polemiche sugli oriundi del fallimento per il Mondiale ’58. Se gli sviluppi saranno gli stessi si vedra’, sotto processo e’ tutto il calcio italiano. Ma per ora l’unica scelta e’ quella di Ventura.
Non mi sono dimesso perche’ non ho parlato con Tavecchio: vedremo, ci sono delle valutazioni da fare, dice ben oltre la mezzanotte. Motivazioni economiche certo, ma a sentire il ct non solo. Diro’ quel che penso e quel che devo dire, ascolterò ed accetterò con serenita’ le decisioni prese. Ma ora non posso parlare di qualcosa che non c’e’, dice spiazzando tutti quanti si aspettavano un passo indietro. «Sono nel calcio da tanti anni, questa eliminazione ha una risonanza enorme – dice – Le responsabilita’ le sento. Affrontare con la Figc il tema di una rifondazione? E” una possibilita’, ma devo dire prima tutto quelle che sono le mie considerazioni. Ho fatto tardi solo perche’ ho voluto salutare a uno a uno campioni che ho avuto il piacere di allenare, ed altri che spero lo diventino. Sul mancato feeling con la squadra, la partita di stasera dimostra il contrario: ci sarebbero cose da dire, ma lasciamo perdere…».
Ora lo scenario e’ una pausa per valutare a freddo situazione e reazioni, ma se non arriveranno le dimissioni resta l’esonero. Ventura ha sette mesi di un contratto da 1,5 milioni l”anno, il prolungamento al 2020 era legato alla presenza al mondiale. Ma la bufera investirà tutto il calcio, non solo Ventura, che stasera e’ il principale accusato.
Buffon era scoppiato a piangere a dirotto in campo annunciando che la sua ventennale storia azzurra finisce qui, con una fallimento che e’ della nazionale, del calcio ed anche sociale. De Rossi, simbolo dell’attaccamento all’azzurro, ha litigato con il preparatore che gli chiedeva di scaldarsi per i cambi. «Ma che c….fate scaldare Insigne, qui bisogna vincere non pareggiare», urla il centrocampista, spesso accusato dai suoi tifosi di club di giocare anche da infortunato in azzurro mettendo a rischio le sue presenze in campionato. «Mi scuso con il preparatore se ho dato un’indicazione tattica che non mi spettava – l’amara conclusione di De Rossi – ma se mi avessero detto che dovevo entrare, sarei entrato…». Invece Buffon, dopo aver annunciato il suo addio, dice che con lui lasceranno anche Barzagli, Chiellini e De Rossi, va in frantumi quel che rimane della generazione di veterani (e tre di loro sono i reduci di Berlino 2006). Un’era azzurra e’ finita, ma il futuro e’ un’incognita.

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