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Medicina, cura contro impotenza maschile: onde d’urto al posto della pillola dell’amore. Esperimento a Firenze

Nicola Mondaini
Il dottor Nicola Mondaini, andrologo di chiara fama, durante la sua relazione

IRENZE – I medici andrologi assicurano che il 70% dei maschi con problemi d’erezione migliora con onde d’urto. Servono 6 trattamenti da 10 minuti, sperimentati in 5 ospedali, anche a Firenze. E’ ancora presto per dire addio alle pillole dell’amore, ma le onde d’urto a bassa intensità si candidano a rappresentare una nuova opzione terapeutica per i pazienti con disfunzione erettile di grado lieve e moderato, pari a un terzo degli oltre tre milioni di pazienti nel nostro Paese. Il trattamento non provoca effetti collaterali, non è invasivo ed è rapido e indolore. Lo dimostrano i risultati preliminari del primo studio multicentrico italiano coordinato dalla Società Italiana di Andrologia (SIA), condotto su circa 100 pazienti e tuttora in corso, con risultati positivi nel 70% dei pazienti di grado lieve/medio, che ha smesso di utilizzare farmaci per tornare a una sessualità spontanea, mentre nei pazienti più gravi la risposta alla terapia orale è migliorata nel 40% dei casi.

L’indagine, avviata un anno fa, ha coinvolto pazienti dai 18 ai 65 anni con disfunzione erettile su base organica in cura presso centri ospedalieri o universitari a Firenze, Napoli, Trento, Bari e Trieste. «I dati di follow up a sei mesi sono molto promettenti – spiega Alessandro Palmieri, Presidente SIA e coordinatore dello studio – Negli uomini con disfunzione erettile di grado lieve/medio, la terapia ha successo e garantisce un netto miglioramento nel 70% dei casi. Successo significa in questo caso possibile guarigione: i farmaci contro la disfunzione erettile hanno rivoluzionato le abitudini sessuali ma restano cure incapaci, se non in rari casi, di ripristinare la funzione erettiva. Le onde d’urto, invece, riescono a ristabilire il meccanismo dell’erezione, consentendo il ritorno a una sessualità naturale senza necessità di programmazione dei rapporti. Si tratta però di una tecnica ancora emergente e la ricerca ha il compito di approfondire i meccanismi di azione della metodica».

La tecnologia delle onde d’urto è stata sviluppata in Israele alcuni anni fa ed è utilizzata già per il trattamento della calcolosi renale così come terapia antalgica. «Le onde d’urto sono onde acustiche ad alta energia – spiega Nicola Mondaini, Consigliere SIA – Vengono applicate sul pene attraverso specifici dispositivi, in sedute che durano circa dieci minuti e che vanno ripetute per un totale di sei trattamenti complessivi. La terapia fisica viene così portata esattamente dove serve e agisce stimolando la circolazione peniena, attraverso la crescita graduale di nuovi vasi sanguigni (neo-angiogenesi), restituendo al paziente l’erezione spontanea, perché la circolazione nel pene torna normale e può garantire un’erezione efficiente. Il trattamento non comporta rischi, dolore o effetti collaterali».

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