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Giustizia: incentivare l’utilizzo dei braccialetti elettronici, manifestazione delle camere penali a Firenze,

ROMA- Una situazione vergognosa, uno dei tanti misteri italiani. Non usa mezzi termini Riccardo Palidoro, responsabile dell’Osservatorio carceri dell’Unione delle camere penali italiane, riferendosi all’utilizzo dei braccialetti elettronici per i detenuti agli arresti domiciliari. «A oggi sono 2 mila, del tutto insufficienti: ci sono liste di attesa per detenuti che potrebbero uscire ma che non lo fanno perché non c’è la disponibilità del braccialetto – dice Palidoro all’Adnkronos alla vigilia dell’iniziativa dei penalisti che si terrà domani a Firenze, ‘Più braccialetti meno carcere’ – Le cronache se ne sono occupate per casi clamorosi, come quello dell’attore Domenico Diele o dell’imprenditore Alfredo Romeo, che hanno aspettato settimane per uscire dal carcere in attesa che ci fosse la disponibilità del braccialetto. I dati sono mortificanti per il nostro paese – sottolinea – Abbiamo una norma che esiste da 17 anni, che prevede il controllo a distanza del detenuto agli arresti domiciliari e che da 4 anni dovrebbe essere la regola, e si dovrebbe anzi motivare perché il braccialetto non viene usato. Nei primi 10 anni ci sono state pochissime applicazioni – ricorda – i casi si contano sulle dita di una mano con milioni di euro spesi all’anno senza che venisse utilizzato nessun braccialetto perché sembrava non funzionasse quindi il giudice non lo prendeva proprio in considerazione».
Quanto agli esiti futuri della misura, «il ministero dell’Interno ha bandito una gara che è stato vinta dalla Fastweb ma non si è capito per quanti braccialetti, con quali modalità e di che tipo di dispositivi si tratta. Quelli attualmente usati sono desueti – denuncia Palidoro – c’è una centralina che deve essere posta all’interno dell’abitazione, la Telecom deve perimetrare la casa. Ormai si possono usare quelli con il Gps che sono molto più utili».

«Con il dispositivo Gps, spiega il responsabile dell’Osservatorio carceri dell’Ucpi, potrebbero essere facilmente utilizzati per le misure alternative, per le cosiddette sanzioni di comunità, come nel caso di persone che devono scontare pochi mesi. Ci sarebbe un grosso sfollamento delle carceri, visto che il numero dei detenuti sta aumentando costantemente e arriveremo ben presto ai numeri di qualche anno fa. Il ministero della Giustizia, che fornisce periodicamente i dati sulle presenze nelle carceri non dà mai quelli sul numero di braccialetti utilizzati, ne abbiamo fatto più volte richiesta ma senza successo. Vogliamo capire qual è lo stato dell’arte – ribadisce Palidoro – domani ci ha assicurato la presenza il sottosegretario Cosimo Ferri, speriamo di avere da lui le informazioni».
I penalisti si danno dunque appuntamento domani a Firenze, per una manifestazione nazionale, ma iniziative si terranno presso tutte le Camere penali italiane. «Come osservatorio carceri è il terzo anno che facciamo questa iniziativa, ogni 30 novembre. In occasione della giornata nazionale – fa sapere Palidoro – gli avvocati porteranno un
braccialetto di plastica con su scritto ‘più braccialetti menocarcere».

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