Elezioni: Renzi risuscita il pericolo fascista, ma il suo Pd cala al 25%, meno di Bersani nel 2013
In previsione delle elezioni la sinistra divisa su tutto si è ritrovata oggi a Como in una manifestazione di protesta contro il risorgente fascismo. Si, perché non avendo altri argomenti che la uniscano, la sinistra ha pensato bene di dimostrare una volta tanto coesione contro il pericolo nero.
Alla manifestazione, con 10.000 persone presenti, c’erano Renzi, Boldrini, Delrio, Camusso e altri big della sinistra. Oltre a molti cittadini simpatizzanti dell’area. Un sondaggio di Demos, condotto nei giorni scorsi, dimostra che l’onda nera inquieta soprattutto gli studenti e gli elettori di centrosinistra (7 su 10). Percentuali più basse in Forza Italia, Lega e FdI (30-35%) e nei 5Stelle (40%). Dopo tutto il can can montato anche dalla stampa quasi metà degli italiani, per la precisione il 46%, pensa che il fascismo oggi sia (molto o abbastanza) diffuso nel Paese.
È quanto emerge dal citato sondaggio di Demos, che in sostanza dimostra come questo risultato sia un effetto delle ripetute e improvvide (addirittura controproducenti) iniziative estreme ed estremiste di CasaPound e dei suoi amici e competitor, per prima Forza Nuova, che ha permesso alla sinistra di ripresentare il pericolo fascista, del quale, si era minimizzata la rinascita.
SONDAGGI – Sarà un discorso ricorrente in vista delle prossime elezioni e i sondaggi intanto fanno i conti in tasca ai partiti, dimostrando che iI Pd e Renzi scendono al 25%, per la prima volta sotto alla soglia raggiunta da Bersani, nel 2013. Si tratta del dato più basso da quando è stato conquistato e rifondato da Renzi, che ha dunque fallito la sua missione, unire la Sinistra e il Centro. La Sinistra è divisa in tanti tronconi, il centro è scappato via. Renzi evidentemente non è capace di unire, ma solo di dividere.
Liberi e Uguali, il partito di Grasso (e di D’Alema) raggiunge il 7,6%. Tuttavia, non si vedono federatori in grado di riunire il mondo inquieto e diviso del Centrosinistra. Anche Giuliano Pisapia ha rinunciato.
A destra, invece, FI cresce ancora (15,2%, oltre 2 punti più di un anno fa) e supera la Lega. Insieme a Fratelli d’Italia raggiungono il 33%. Una base importante, in vista delle prossime elezioni.
Il M5S resta isolato, ma mostra ancora una volta l’incremento più rilevante, arrivando vicino al 29% e confermandosi il primo partito.
ELEZIONI SENZA VINCITORI – Da questi orientamenti e da queste stime si trae la convinzione che le prossime elezioni non avranno un vincitore, e quindi, si dovrà ricorrere a nuove elezioni. A meno che Berlusconi e Renzi, vistisi alle strette, non ritirino fuori una sorta di secondo Patto del Nazzareno, dando vita a una grossa coalizione alla tedesca. Che in realtà, è notizia di questi giorni, stenta a decollare anche in Germania e sembra un esperimento ormai sorpassato.
Quando (e se) si chiarirà meglio l’orizzonte politico avremo forse qualche idea più fondata sul destino dell’Italia, sperando che non emergano altre fake news alimentate da Stati o personaggi politici esteri, tese ad orientare le posizioni dei nostri cittadini. Che nella grande maggioranza però sembrano tentati dalla strada del non voto.