Badia a Settimo (FI): L’Homme Armé chiude «I concerti al Cenacolo 2017» con la musica di Heinrich Isaac
FIRENZE – Giovedì 14 dicembre alle 21, presso la Badia a Settimo L’Ensemble L’Homme Armé diretto da Fabio Lombardo presenta «Nunc muta omnia. La musica sacra di Heinrich Isaac nella Firenze di Lorenzo il Magnifico». Ingresso libero.
Con questa data, che vede sul palco un nutrito organico (Cristina Calzolari, Mya Fracassini, Giulia Peri, alti; Giovanni Biswas, Luciano Bonci, Paolo Fanciullacci, Riccardo Pisani, tenori; Gabriele Lombardi, Matteo Bellotto, bassi) volge al termine l’edizione 2017 de «I Concerti al Cenacolo», che l’Associazione L’Homme Armé porta avanti dal 1994 ed è la più longeva rassegna annuale di musica antica in Toscana.
La Badia è luogo notevole per architettura e oper d’arte conservate all’interno; così alle 19.30 ci sarà in occasione del concerto una visita guidata a cura di volontari esperti dell’Associazione Amici della Badia, che interesserà la Chiesa, il Chiostro dei Melaranci, il Refettorio dell’Abate, il plastico in rame in scala naturale, le prigioni e la Cripta (solo per la visita, il cui costo è 5 €, con consegna in omaggio del libro descrittivo della parte pubblica e privata dell’Abbazia, è obbligatoria la prenotazione all’indirizzo informazioni@hommearme.it).
Il programma del concerto rende omaggio, a 500 anni dalla morte, a Heinrich Isaac, il più importante compositore attivo a Firenze a cavallo tra Quattro e Cinquecento, in particolare durante il momento di massimo splendore di Lorenzo il Magnifico. I brani scelti sono tutti, a diverso tutolo, legati alla permanenza di Isaac a Firenze e principalmente agli anni laurenziani. C’è tuttavia una relazione motivica e stilistica che lega alcuni di questi brani. La Missa “Salva nos” è costruita, com’era prassi frequente all’epoca, su una melodia preesistente, quella dell’antifona gregoriana Salva nos Christe, appartenente ai vespri per la festa della Santa Croce. In tutta la messa il motivo di quest’antifona risuona numerosissime volte, ma è il segmento finale che caratterizza molte delle sue frasi terminali, enfatizzando con una particolare cadenza il tono frigio. Ed è questo stesso motivo, e la sua elaborazione polifonica, che ritornano nel lamento Quis dabit capiti meo acquam, ripetuto numerose volte quasi in forma ipnotica: nel secondo episodio in particolare, il motivo viene ripetuto alla voce bassa in progressione discendente con le parole “et requiescamus in pace” mentre le altre due voci con figurazioni melismatiche veloci cantano “Quel lauro, sì quello, giace colpito da un improvviso furor del fulmine”. Il brano finisce con le parole “Nunc muta omnia”, ora tutto tace, a sottolineare la gravità di quel passaggio epocale per la storia fiorentina.
Programma
HEINRICH ISAAC (1450/55-1517) Salva nos (antifona)
Missa salva nos: Kyrie / Gloria / Rogamus te / Credo
Quis dabit pacem
* * *
Prophetarum maxime
Sanctus / Agnus Dei
Quis dabit acquam
Badia a Settimo (Via San Lorenzo a Settimo, 15, Scandicci, FI; ingresso libero)