Fisco, a dicembre il calvario di proprietari di case e imprenditori. Tasse a raffica
Ma chi ci crede più alle favole del bomba, Matteo Renzi, secondo il quale le tasse in Italia sono calate. La Cgia di Mestre calcola in 9,9 miliardi di euro la seconda rata di Imu e Tasi che entro il 18 dicembre dovranno versare i proprietari delle case di lusso, degli immobili strumentali (come negozi, capannoni, uffici, botteghe) e i titolari delle seconde/terze case; questi ultimi saranno chiamati a versare ai Comuni 5,3 miliardi di euro. I possessori di capannoni, di uffici e di negozi, invece, dovranno pagare 4,5 miliardi di euro, mentre i proprietari di una casa di pregio che viene utilizzata come abitazione principale corrisponderanno all’amministrazione comunale dov’è ubicato l’edificio 36,8 milioni di euro. L’Ufficio studi della Cgia è giunto a questi risultati analizzando i dati riferiti ai gettiti della prima e della seconda rata degli anni precedenti. Un salasso continuo nei mesi di novembre e dicembre.
«Lunedì prossimo – ricorda Paolo Zabeo, coordinatore dell”Ufficio studi della Cgia -,sarà una giornata di passione per milioni di italiani. Oltre al pagamento della seconda rata dell”Imu e della Tasi, gli imprenditori, ad esempio, dovranno versare le ritenute Irpef e i contributi previdenziali dei propri dipendenti e dei collaboratori. Inoltre, coloro che sono tenuti al pagamento su base mensile
dell”Iva dovranno corrispondere all”erario l”imposta riferita al mese di novembre. Se si considera che entro Natale bisognerà
erogare anche le tredicesime, per moltissime imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, non sarà facile disporre della liquidità necessaria per onorare tutte queste scadenze».
Oviamente il Nord è quello più colpito e a livello territoriale sarà la Lombardia a dare il contributo economico più importante: tra l’Imu sulle case di lusso (7 milioni di euro), l’Imu e Tasi sugli immobili strumentali (1 miliardo) e sulle seconde/terze case (786 milioni), i lombardi verseranno nell’insieme 1,8 miliardi di euro. Al secondo posto di questa graduatoria troviamo i laziali che dovranno corrispondere 1,2 miliardi di euro, mentre sul terzo gradino del podio dei più tartassati troviamo gli emiliano-romagnoli che saranno costretti a metter mano al portafogli per un importo complessivo di 855 milioni di euro. .
La Cgia segnala che il carico fiscale che grava sulle spalle dei contribuenti italiani rimane ancora su livelli non più sopportabili. «In linea puramente teorica – conclude Zabeo – nel 2017 ogni italiano verserà mediamente 8 mila euro di imposte e tasse all’erario, somma che si alzerà fino a sfiorare i 12 mila euro se si considera anche il pagamento dei contributi previdenziali. E la serie storica indica che negli ultimi 20 anni le entrate tributarie dello Stato sono aumentate di oltre 80 punti percentuali, quasi il doppio dell”inflazione che, nello stesso periodo, è salita del 41%.»
E tutti questi incassi di Stato e enti locali, comprese le regioni, vanno a finanziare le greppie politiche, la burocrazia, gli enti che dovrebbero essere aboliti e, non dimentichiamoci, l’assistenza (anche sanitaria) e l’accoglienza per i milioni di migranti che ci invadono, sì proprio quelli che la presidenta Boldrini e il Vaticano considerano risorse indispensabili.